BERETTA VERSO LA FIAT: LA RAI CHE LASCIO
HO GUIDATO LA PRIMA RETE SEGNALANDO SEMPRE I RISCHI DI VIOLAZIONE DELLA PAR CONDICIO
Intervista di Cesare Lanza
Maurizio Beretta, 46 anni, direttore di Raiuno, da qualche giorno ha calato la saracinesca. Infuriano le voci sull’annuncio del suo passaggio alla Fiat, con un ruolo al vertice delle relazioni istituzionali. E lui non parla. Ma, approfittando di un paio di chiacchierate
– Allora, Beretta, parliamo della sua Rai passata o della sua Fiat prossima?
“Non scherziamo, per favore. E’ regola elementare di un professionista lavorare
per il suo incarico, senza pensare ad altro e tanto meno parlarne. In questi giorni sto lavorando con tutta la struttura della rete per definire i palinsesti dell’autunno e della primavera 2002.”
– Senta: un politico non parlerebbe meglio, per non dire niente. Ma qui il tam
tam è assordante. Sul passaggio a Torino.
“La maieutica è una tecnica utile per le interviste. Ma deve accontentarsi.
Parlo solo del mio lavoro alla Rai. Anche perché ci sono molte cose interessanti da dire.”
– E allora avanti. Lo consideriamo un bilancio.
“A mio parere non si è tenuto in adeguato conto che la stagione televisiva è stata terremotata dall’effetto Grande Fratello. Un riferimento che vale per tutti. Per me…”
– Per lei?
“Meglio dire: per Rai uno. Per la rete, che sono stato chiamato a dirigere, il risultato di ascolto è il migliore che sia mai stato registrato nell’ultimo decennio. Nel 2000 abbiamo raggiunto il 25% di share nel prime time, pharmacy la fascia di prima serata, quella di maggior ascolto. E quest’anno Rai uno confermerà quel risultato, forse farà anche qualcosa di più.”
– Sì, però Canale 5 ha vinto. Per la prima volta. Con un balzo di quattro punti.
“Vero, ma solo nell’autunno del 2000 e in questa primavera siamo tornati in testa malgrado Canale 5 sia fortissimo. Anche grazie a Sanremo e a Celentano siamo al 26%, Canale 5 supera il 25. Nessuno potrebbe negare che il risultato è stato condizionato dal Grande Fratello: una bomba atomica.”
– Avreste potuto averlo voi. O trovare altre bombe.
“La Rai non avrebbe potuto proporre un programma del genere. Inoltre Mediaset ha “spalmato” il Grande Fratello dovunque con una capacità di integrazione tra programma e programma, che per noi sarebbe stata più difficile da raggiungere. Altre bombe? Il mio punto di vista è che la Rai non debba cercare bombe devastanti, ma fare un lavoro rigoroso, in equilibrio tra i doveri del servizio pubblico e le esigenze degli ascolti. Il rispetto di questo equilibrio è sacro.”
– Scusi: Luttazzi, Santoro, i Guzzanti non hanno fatto partire certi fuochi
d’artificio senza precedenti?
“I personaggi che lei cita sono diversi tra di loro, bisognerebbe fare dei “distinguo”. Comunque non si tratta di programmi e di problemi della mia rete.”
– Questo è vero. Infatti lei ha bloccato Enzo Biagi e il tg e si è beccato l’accusa di essere una “cesoietta”.
“Ho segnalato un problema, il rischio di una violazione delle norme in campagna elettorale. Questo segnale è stato raccolto con grande tempestività.
– Poi il caso Benigni.
“E’ stato chiarito che la competenza del controllo editoriale sui contenuti relativi
alla campagna elettorale spetta ai tiggì. Il colore, le polemiche colorite non mi interessano… Mi interessano i fatti. Il risultato di Raiuno è un record, straordinario. Non sono state fatte censure. Ma non sono un goliarda. Senso di responsabilità ed equilibrio sono, insieme con il pluralismo, fondamentali per il servizio pubblico.”
– Per questo l’hanno chiamata alla Fiat!
“ E dai…”
– La battuta sull’equilibrio vanno prese come frecciate a Freccero, scusi il
gioco di parole? O anche per il presidente Zaccaria?
“Parlo solo del mio lavoro. Se vuole un approfondimento, posso dire che a Rai
uno e più generale in Rai ci sono decine di grandi professionisti con enorme esperienza e la testa sulle spalle.”
– Parliamo della sua esperienza. Come andava, con Celli? Si diceva che lei
era un suo pupillo…
“La sua stima è lusinghiera. Celli è un manager di grande spina dorsale,
prezioso per qualsiasi azienda, in particolare nei momenti di cambiamento.
– E con Zaccaria?
“Non mi pare che ci siano mai stati problemi.”
– Vabbè. Torniamo ai programmi. Se l’aspettava il flop sanremese di Raffaella
Carrà?
“Non è stato un flop. Il risultato, forse, non è stato pari alle attese. Ma tutti alla
vigilia, giornali compresi, inneggiavano alla scelta – istituzionale – di un leader dello spettacolo come la signora Carrà. La verità è che sarà sempre più difficile avere programmi in grado di catturare il 50% dell’audience.”
– E per l’anno prossimo?
“Si sa che abbiamo scelto Panariello – una scelta innovativa – sia per il sabato sera e la lotteria. Potrebbe essere un’ipotesi forte anche per Sanremo, dove accanto alle canzoni che restano l’elemento centrale, occorrerà sempre più costruire un grande spettacolo.”
– Ma le canzoni non sono intoccabili? Chissà le polemiche!
“I risultati parlano. Le canzoni, da sole, non tirano più come una volta.”
– E alla domenica pomeriggio?
“Sono all’esame le disponibilità di Carlo Conti o Pippo Baudo.”
– E il calcio domenicale? Resta su Raidue?
“Bisogna vedere ciò che deciderà Fazio. Raiuno è pronta a costruire una
domenica pomeriggio competitiva, con o senza il calcio.”
– Vero che si sta progettando uno speciale in quattro puntate con Massimo
Ranieri?
“Vero. Il progetto c’è.”
– Le prime serate della prossima stagione?
“ Lunedi i grandi film, martedi “Il Gladiatore” – un gioco molto divertente –
e mercoledi “Donne al bivio”. Giovedi Rex, venerdi “Incantesimo”, sabato Panariello, domenica una fiction.” (Beretta non vuole entrare nei particolari, ma “Il Gladiatore” sarà condotto da Carlo Conti, Paola Saluzzi è in ballo per il mercoledi sera e per “Domenica in”.
Ci sono ruoli da assegnare ancora per Teo Teocoli, probabilmente una serie di serate
“one man show”. Come avverrà per la grande star della passata stagione, Fiorello. Da definire gli accordi con Frizzi. E rivedremo Gianni Morandi, in un nuovo show.).
– Torniamo ai doveri di equilibrio e di rigore. Celentano ogni settimana vi
sfugge o rischia di sfuggirvi di mano.
“Ogni regola ha qualche eccezione. Celentano è uno spettacolo della natura, come le cascate del Niagara, un ghiacciaio, il Mississipi… La natura si prende com’è. O non la prendi. In ogni caso, Celentano – nella sua estrosità geniale – ha il senso del limite, come ha dimostrato evitando qualsiasi rischio di scivolare nelle polemiche della campagna
elettorale. E alla fine il suo intervento sulle donazioni ha avuto un effetto positivo, provocando un’attenzione senza precedenti sul problema.”
– Quando lei ha avuto l’incarico, molti dicevano che non aveva alcuna
esperienza per lo spettacolo, i palinsesti…
“In parte era vero. Ho cercato di lavorare attenendomi a regole manageriali, di
buon senso e di comportamento che non tradiscono mai. Con grande amore per il prodotto e per questa straordinaria macchina che è Rai uno.”
– Anche lei aspetta il risultato elettorale come una svolta decisiva per la sua
vita?
“Assolutamente no. Anzi molte decisioni possono essere prese prima e
indipendentemente…”
– Come quella di passare alla Fiat?
“Indubbiamente lei è molto tenace.”
– Come proseguirà la sfida tra Rai e Canale 5?
“E’ una gara che si corre a 300 all’ora e nessuno stacca il piede
dall’acceleratore. D’altra parte è la prima volta che due sole reti catturano stabilmente
il 50% dell’audience, cioè un telespettatore su due.”
– Sì, ma come andrà?
“Penso a certe formidabili rivalità agonistiche calcistiche. Che so, la grandissima
Italia della staffetta Rivera-Mazzola contro il Brasile, nel ’70. Oppure a Italia-Germania
4-3: partita epica. Penso che vedremo grandi battaglie. Mediaset è lanciatissima, ma lo spirito di bandiera, la classe, l’esperienza della Rai, quando sono sollecitate, sono qualità straordinarie.”
Il Giornale 12-05-01