QUEL PERFEZIONISTA DI CESARE LANZA, TRA IL ROCK DI CELENTANO E SOCRATE…
Nel 1979 mi rilascio’ una tessera di para giornalista, come collaboratore per il suo settimanale Contro: lo incontro oggi telematicamente e scopro tutta al sua energia, Berlusconeide, il Rinascimento che adora…
di Giancarlo Passarella
Nel 1979 mi rilasciò una tessera di para giornalista, come collaboratore per il suo settimanale Contro: lo incontro oggi telematicamente e scopro tutta al sua energia, Berlusconeide, il Rinascimento che adora…
Passare dal rilanciare la meritocrazia a Toto’, perché e’ la somma che fa il totale…
Bentrovato a Cesare Lanza, agitatore culturale: le piace come descrizione?
Molto bello. Uno slogan che mi sembra perfetto. Se mi ci affeziono, me lo porto sulla lapide per la tomba.
Quanto e’ lontana la sua natia Cosenza? Che rapporti mantiene con la difficile terra di Calabria?
Purtroppo, ormai, vado solo per funerali, matrimoni, feste particolari. Sono calabrese nel profondo: aspro e ruvido, sentimentale, troppo permaloso a volte, soprattutto leale e con un terribile sentimento di solitudine e di pessimismo comico addosso. Sogno una piccolissima casa su un mare incontaminato o un rifugio a Paterno Calabro, il paesino in provincia di Cosenza, la terra dei miei avi.
Il suo esordio giornalistico a soli 15 anni con un articolo su Il Corriere Mercantile di Genova …
Nacque dall’emozione per l’invasione sovietica a Budapest, vista in televisione, nel ’56. Avevo 14 anni, per la precisione. Scrissi una breve lettera e fui sorpreso e felice quando la vidi pubblicata come un articolo. Poi il capocronista mi convocò per collaborare…
Io e lei ci siamo incrociati ai tempi del settimanale Contro, pubblicazione che e’ stata davvero innovatrice…
Era sostanzialmente libertaria, radicale, anarcoide. Perciò piacque molto ai giovani. Era il ’79. Ero pazzo. La prima copertina: una bella ragazza in hot pants che prendeva a calci tutti i leader politici dell’epoca, compreso il presidente della Repubblica, Pertini, con cui avevo un bel rapporto di amicizia. Collaboravano fior di personaggi, ricordo Renzo Arbore che ancor oggi mi chiama “direttore”. Ma era una rivista avanti di dieci anni, fu incompresa. Con quattro lire vendeva in edicola più dell’Europeo, che tentava l’ennesimo, costosissimo rilancio. Poi il nostro editore, Saro Balsamo, che aveva fatto fortuna con i giornali porno soft e porno hard, si intimorì: le istituzioni, sbeffeggiate, lo minacciarono di rappresaglie. Peccato.
Come si passa da una situazione coraggiosa del genere a Domenica In, trasmissione con cui ha collaborato per 7 anni?
Vuol dire che si nasce incendiari e si finisce pompieri? Può darsi che le palle si fossero ammosciate. Il mio rimpianto è che in programmi di questo tipo (che non rinnego affatto) non si riesce a stabilire un’identità certa: non ci sono capi, tutti comendano e dunque nessuno comanda, ma chiunque può influire.
Cesare Lanza uomo e Cesare Lanza comunicatore: riescono le due entità a convivere? Riesce a coltivare qualche hobby, oltre la passione per il gioco d’azzardo?
Chi mi conosce bene sa che nella vita quotidiana sono un cazzeggiatore sempre allegro e bonario, salvo qualche momento di furia di fronte a sciatterie e disorganizzazione. Faccio abuso di battutacce. Mi nasconde. Nel profondo penso sempre al non senso assoluto della vita. Siamo vermetti. E’ una felice battuta di uno degli ultimi film di Woody Allen, protagonista uno scienziato, simpatico per gli eccessi, con un orrendo carattere…
Quali sono stati gli artisti che ha amato di più in gioventù? Quali invece quelli che attualmente l’hanno più convinta per la loro unicità?
Senza dubbio Totò, e lo amo tuttora e sempre di più. Se fosse nato in America, altro che Charlot! Oggi, e fin da quel memorabile sabato sera degli anni ottanta,adoro Adriano Celentano. Unico davvero.
Socrate e la meritocrazia: questi I cardini della sua più recente battaglia …
Raccomandazioni, spintarelle, calci nel sedere, abusi di potere: non se ne può più, si è oltrepassato ogni limite. Basta. Uniamoci e mettiamo un freno: chi vuole aderire mi scriva indirizzando a cesare@lamescolanza.com Ho scelto il nome Socrate perché è un simbolo: non scrisse nulla, fu osteggiato e condannato a morte, non si ribellò ai giudici pur non stimandoli, rifiutò di fuggire; eppure il suo pensiero vive ancora oggi, dopo millenni. E’ un nome che dà speranza: il merito alla fine si impone. Non vedo nessun Socrate oggi, ma chissà, tra i giovani…
Sfruttiamo una navicella spazio/tempo: in quale epoca Cesare Lanza si trasferisce? E perché?
Mi sarebbe piaciuto vivere nel Rinascimento o forse, ancor di più, ai giorni della Rivoluzione Francese, in cui avrei tagliato qualche testa e me l’avrebbero tagliata. Ma si sperava di cambiare il mondo, e fu cambiato. Noi – la generazione del ’68 – non abbiamo cambiato niente. E lasciamo un’Italia pessima ai nostri nipoti, i ragazzi del Duemila. Sto scrivendo un librino, dedicato a loro. Il titolo dice tutto, potete evitare di comprarlo: “lettera di scuse”.
Diamoci un appuntamento per domani, fra un mese ed un anno: cosa avrà tirato fuori dal suo cassetto per quelle date?
Ciò che mi piacerebbe più di tutto è l’avanspettacolo vecchia maniera. Ho tentato qualcosa del genere nella “Berlusconeide” a teatro: osteggiatissima dalle forze politiche, una cosa da ridere, perché ormai si vive e si vede tutto per fazioni. I berlusconiani pensavano che fossimo contro Silvio; a sinistra pensavano che fossimo pro Silvio. In realtà prendevamo per il culo tutti. E, con un anno di anticipo, ridevamo di escort e anti escort. Mi piacerebbe anche rifondare, con poteri quasi assoluti però, la domenica televisiva. Oltre alle sette sulla Rai, ne ho fatte quattro a Canale 5. Conosco i meccanismi… E infine sto lavorano al mio secondo film, del tutto brillante, il titolo è significativo, “L’allacciatore di scarpe”. Il primo film. “La perfezionista”, era molto amaro. La gente vuole ridere? Proviamoci. Per piangere bisogna essere soli. Per ridere, più si è, meglio è.
www.musicalnews.com, 06-05-11