(Repubblica) Le agitazioni in Germania, sales dove i lavoratori chiedono da tempo un adeguamento dei salari e l’applicazione della contrattazione collettiva dei magazzinieri. Querelle anche a San Marino, dove la società chiude in polemica sul pagamento delle imposte. Il sindacato tedesco Verdi ha minacciato ulteriori azioni contro Amazon in Germania, poche ore dopo che i suoi iscritti impiegati dal retailer online americano hanno lanciato uno sciopero di tre giorni, mirato a colpire le vendite natalizie, che hanno un’importanza chiave per la compagnia.
I lavoratori delle sedi Amazon di Bad Hersfeld, Lipsia, Graben, Rheinberg e Werne hanno lanciato il loro sciopero a mezzanotte, intensificando la campagna per introdurre la contrattazione collettiva nelle attività tedesche di Amazon.
Il retailer online impiega circa 9mila persone in nove località sparse in tutta la Germania. Il sindacato ha lanciato una serie di scioperi nel giro di oltre un anno, per tentare di costringere Amazon a firmare un accordo sulla contrattazione collettiva che riconoscerebbe ai dipendenti tedeschi la qualifica di magazzinieri nel settore delle vendite al dettaglio.
Invece, Amazon sostiene che i suoi siti in Germania sono centri logistici, dove, secondo la legge tedesca, vengono applicati minimi salariali orari più bassi.
La compagnia ha anche rigettato un avvertimento dei sindacato che avvertiva che i suoi clienti potrebbero subire ritardi nelle consegne di merce acquistata sul sito della compagnia. “I pacchi arriveranno a destinazione con puntualità”, ha detto una portavoce di Amazon, con gli ordini natalizi previsti al picco nei giorni dello sciopero. “Lo sciopero è uno scenario cui siamo preparati”, conclude Robert Gottfried Marhan, che dirige le attività di Amazon a Bad Hersfeld.
Per altro, il colosso dell’e-commerce è coinvolto in una vicenda anche in Italia. O meglio, a San Marino, Paese tolto dalla lista dei luoghi dove il portale effettua le spedizioni. E’ finita così la querelle tra Amazon e la Repubblica del Titano, dopo il sequestro di tre bancali di merce martedì scorso da parte di agenti della Polizia Civile e i contatti che sono seguiti tra le autorità sammarinesi e Amazon. Lo ha riferito il sito di San Marino Rtv, l’emittente di stato sammarinese.
Alla base del sequestro e della scelta di abbandonare San Marino, il fatto che Amazon spediva in Repubblica in esenzione di Iva e di Monofase, un’imposta sulle importazioni del 17%: alla richiesta di adeguamento alle normative sammarinesi, Amazon ha ritirato i pacchi sottoposti a sequestro e provveduto a rimborsare delle spese tutti coloro ai quali la merce non è stata consegnata, poi ha ‘abbassato le saracinesche’.