“Gli elettori italiani hanno le idee più chiare della politica”

matteo renzi
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matteo renziIl test elettorale delle Regioni Emilia-Romagna e Calabria ci dice molte cose, pilule ma una su tutte ci appare quanto mai chiara ed inequivocabile: l’ elettorato italiano è stufo, dice basta con forza e chiarezza al solito tran-tran della politica, ha decisamente le idee più chiare di chi ci governa.
E’ indubbio che il premier Matteo Renzi, insieme al suo esecutivo, stia mettendo in campo tutti gli strumenti e le risorse disponibili, che stia portando faticosamente avanti le riforme strutturali più urgenti (legge elettorale e Riforma del Senato), che stia facendo di tutto per far uscire l’ Italia dalla palude nella quale sta sprofondando giorno dopo giorno.
Nessuno può dubitare della buona fede del Governo Renzi e dei suoi Ministri nel cercare di arginare con piglio e decisione il declino economico, discount finanziario e sociale nel quale ormai da anni versa il nostro Paese.
Sul fronte europeo, Juncker e la Cancelliera Angela Merkel, ci stanno monitorando da tempo e sembrano ancora disposti (ma chissà per quanto) a chiudere un occhio sulle nostre mezze Riforme e mezze promesse fatte, nella speranza che i mercati finanziari e i tassi di crescita del nostro Paese passino dal segno meno al segno più.
Ma è indubbio che il dato elettorale, oggi sotto gli occhi di tutti, con un astensionismo schizzato ben oltre il 60% in Emilia-Romagna e vicino al 60% anche in Calabria, la dica lunga sullo stato di salute del nostro Paese, sulla tenuta della nostra coesione sociale, sul sentimento dell’ anti-politica che ormai è diventando una cruda realtà con la quale i Partiti farebbero bene a confrontarsi presto e seriamente.
La gente è stufa delle chiacchiere della politica, gli italiani stanno dimostrando di essere molto lucidi e presenti a se stessi, hanno le idee molto chiare su quanto il Paese sia ormai seriamente sull’ orlo del baratro, l’ elettorato non è affatto disorientato, anzi, direi che esso stesso sta orientando in maniera chiara l’ esecutivo, sta dicendo a gran voce (e non da oggi) che non ne può più di aspettare, che le famiglie sono allo stremo, che la disoccupazione si sta mangiando il benessere sociale e che il Paese è una pentola in ebollizione che può scoppiare da un momento all’ altro.
Bene fa Matteo Salvini, anche se ogni tanto con qualche eccessiva ‘estremizzazione’, a mettersi dalla parte della gente, a farsi portavoce dei bisogni reali di chi lavora, di chi porta avanti faticosamente la propria attività, delle famiglie in difficoltà, dei pensionati, dei disoccupati, delle periferie delle nostre città.
E i risultati gli stanno dando ragione, ormai la Lega Nord, che ben presto cambierà nome e pelle, è di fatto il nuovo partito dei moderati, il nuovo “polo” in grado di aggregare consensi e di attirare i voti di coloro che non votano nè PD né Forza Italia.
Beppe Grillo, con il suo ‘populismo’ e le sue esternazioni troppo spesso fuori misura, sta buttando al vento quel tesoretto del 20% che gli stessi elettori, che oggi votano Salvini, gli avevano consegnato fiduciosi alle Elezioni Europee.

“Forza Italia” appare confusa, alla ricerca di una nuova identità, vittima di un padre fondatore troppo ingombrante, di un ricambio generazionale del gruppo dirigente molto conflittuale, nella affannosa ricerca di un nuovo leader che all’ orizzonte non c’è.
Gli altri partiti, non pervenuti, ormai specie in via di estinzione.
Nel frattempo, la crisi avanza, ogni giorno chiudono fabbriche, aziende, negozi, i giovani non trovano lavoro, i contrasti sociali collegati ai flussi migratori fuori controllo stanno mettendo a dura prova le periferie urbane e la pazienza della società civile.
Quanto può reggere un Paese in queste condizioni?
Serve uno ‘choc’ strutturale, una collettiva presa di coscienza del fatto che davvero siamo arrivati alla fine, che bisogna agire immediatamente con riforme serie, profonde, strutturali, in grado di cambiare la natura un po’ cialtrona e clientelare di questo nostro amato Paese e farlo diventare un Paese civile, moderno, europeo, al passo con i tempi.
Certo i gravi errori del passato, il colpevole ritardo nel non aver fatto le Riforme necessarie quando eravamo ancora in tempo, ci mette oggi ansia e rende tutto più difficile e complicato.
Non è facile intervenire mentre è in corso una emorragia, non è facile rimettere in piedi una Italia malata e malandata per vederla tornare a correre come gli altri Paesi europei.
Matteo Renzi ce la può fare, non gli mancano coraggio e determinazione, forse è giunto il momento di mettere da parte tatticismi e larghe intese, patti del nazareno, e ‘governicchi’ di comodo, ora al volante c’è lui, la squadra è in gamba ed ha dato prova di serietà nel saper affrontare anche le questioni più complesse e delicate.

Ora è il momento dell’ azione, Matteo Renzi deve assumersi tutte le responsabilità che il suo ruolo gli assegna, prendere per mano il Paese, indicarci il cammino e partire spedito e deciso, senza perdere più un attimo.

Deve avere il coraggio di lasciarsi alle spalle ‘alleati di comodo’, o chi rema contro solo per coprire vecchi privilegi ormai insostenibili.

Certo la piazza, i sindacati, continueranno a fare la loro parte, ma finchè le aziende in questo Paese continueranno a chiudere e a delocalizzare lo scontro sociale sarà acceso e non farà sconti a nessuno, ma è anche giusto che la Fiom e la Cgil facciano il loro mestiere difendendo i diritti dei lavoratori e degli operai, anche se è chiaro a tutti che prendersela con l’ art.18 è un falso problema.
Landini sa bene, ma finge di non capire, che le aziende in Italia chiudono e gli stranieri non investono non certo per l’ Art.18, ma solo perché investire in Italia non conviene a nessuno, abbiamo costi troppo lati, troppe tasse, poco mercato, domanda interna ferma ai minimi storici, troppa burocrazia, un giustizia che non funziona.

di Marco Luci (autore tv, esperto di comunicazione)