Nomura, tutti i papabili acquirenti di Saipem

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saipemDopo l’annuncio la settimana scorsa della fusione tra i colossi americani dei servizi all’industria petrolifera, diagnosis Halliburton e Baker Hughes, shop ieri la francese Technip ha avanzato un’offerta da 1,5 miliardi di euro per l’altra società francese del settore, Cgg Veritas che l’ha rigettata. Due giorni fa è invece saltata la fusione tra Samsung Heavy Industries e Samsung Engineering, ideata proprio per competere con maggior forza con quelle che vengono considerate le sue rivali più dirette: Technip e l’italiana Saipem che Eni ha messo in vendita.
Resta in piedi però la volontà del management di Samsung di rinforzare quella parte del business per crescere nell’offshore oil & gas. Tanto che, secondo quanto anticipato oggi da Mf-Milano Finanza, la società sudcoreana potrebbe guardare a Saipem, un dossier a cui sarebbero interessati, oltre ai partner industriali già vociferati (Seadrill, Rosneft), anche il Fondo strategico italiano della Cassa depositi e prestiti e i fondi sovrani dell’Arabia Saudita e del Qatar.
“Riteniamo di complessa realizzazione una fusione tra Saipem e altri oil services europei come Technip o Subsea 7 per via dell’elevata mole di debito che grava su Saipem”, sottolinea un analista di una sim milanese (rating underperform confermato sul titolo Saipem) secondo il quale è più probabile una soluzione che contempli il coinvolgimento della Cdp che potrebbe essere affiancata da alcuni fondi sovrani.
Anche gli analisti di Banca Akros (accumulate e target price a 17,50 euro) sono convinti che la cdp possa essere ilpotenziale acquirentepreferitodaSaipem. Infatti, un partnernon industrialegarantirebbelanormale attivitàoperativa. “Questa è una notiziapositiva perSaipem, considerando che, primache la venditasi materializzi, l’attenzione degliinvestitorista tornando sui fondamenti della società.Il portafoglio ordiniha raggiunto22,6 miliardi alla finedelterzo trimestre con un aumentodei marginirispetto al2013”, sottolineano a Banca Akros.
Oggi Nomura ha passato al setaccio tutte le opzioni possibili: dalla vendita della divisione perforazione con i relativi potenziali acquirenti a un possibile merger con partner del calibro di MT, Technip, Subsea 7, KBR, AllSeas. Per quanto riguarda la divisione perforazione gli analisti della banca d’affari ricordano che Saipem dispone di 98 impianti di perforazione in acque profonde. Un business spalmato su un ampio territorio con una presenza differenziata in Medio Oriente. I clienti più importanti sono l’Arabia Saudita e Socar.
Data la mancanza di sinergie con la propria attività E&C, Saipem potrebbe cedere l’intera divisione di perforazione o vendere singoli asset.
L’ipotesi M&A non scalda comunque a Piazza Affari il titolo Saipem, al momento in calo dello 0,23% a 13,22 euro.

di Francesca Gerosa

Milano Finanza