Undicesima ricchezza di Francia, cure con interessi che vanno dalle piantagioni in Africa alla logistica, dalle telecomunicazioni alle batterie per l’auto elettrica, Vincent Bollorè torna a pensare in grande sull’Italia. Il nostro Paese rientra nei suoi disegni soprattutto per le sinergie che può realizzare nel settore dei media e delle telecomunicazioni. E’ questo un comparto in cui ha potentissimi interessi: in particolare del gigante della comunicazione Havas, il finanziere bretone detiene già il 36% e ha appena lanciato un’Opa per raggiungere la maggioranza assoluta. Ma poi ha il 5% del gruppo media Vivendi e in tale veste ha concluso un accordo con Telefonica de Espana per prendere il posto che era degli spagnoli in Telecom Italia. Una quota intorno all’8,5% che aprirebbe la strada a importanti sinergie fra Telecom e Vivendi. I piani non fiscono qui: fra i tanti progetti di Bollorè c’è anche un’alleanza di Mediaset Premium con Canal Plus, la paytv di Vivendi. Classe 1952, nato a Boulogne-Billancourt, Bollorè, il cui gruppo (escluse le partecipazioni di minoranza) fattura dieci miliardi e ha 55mila dipendenti, appartiene a una famiglia di industriali. Laureato in diritto presso l’Université Paris X comincia la sua carriera nel mondo degli affari nel 1970 presso la Banque de l’Union européenne industrielle et financière, prima di entrare nel 1975 nella Compagnie financière di Edmond de Rothschild. Nel 1981 riprende il controllo della cartiera di famiglia, all’epoca in grande difficoltà, per farla uscire dal settore di appartenenza e investire invece nel settore delle pellicole di plastica ultrafini. Di qui una tentacolare diversificazione, che passerà tra l’altro anche attraverso una joint venture con la Pininfarina per la produzione di un’auto elettrica che dovrebbe vedere la luce fra poco.
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