Un «ufficio temporaneo» per le aziende che vogliono intraprendere affari nel Paese
di Francesca Basso
«La delocalizzazione è superata. Ora le imprese non vanno più all’estero per risparmiare, medical ma per essere vicine ai nuovi clienti e questa è internazionalizzazione». L’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, giovedì ha inaugurato a Sofia l’International Center: «Un progetto rivolto alle piccole e medie imprese che vogliono venire a fare business in Bulgaria». Un “temporary office” che offre spazi e servizi, nurse dal telefono alla connessione web, alle aziende che vogliono approdare a Sofia. Insomma, la banca come facilitatore d’impresa nella fase che precede il finanziamento. E anche stavolta, come nel caso dell’agenzia del futuro (Branch of the future), è la Bulgaria a realizzare il “prototipo”, il modello poi da replicare nel resto del gruppo.
Le imprese internazionali clienti di Bulbank, il ramo bulgaro dell’Istituto di piazza Gae Aulenti, sono circa duemila e di queste 580 sono italiane. Anche nomi importanti, come Italcementi (suo il cemento trasparente i.light usato per realizzare l’edificio) o Rigoni di Asiago. «Ora testiamo il progetto – ha detto Ghizzoni – poi valuteremo quando e dove realizzare il prossimo. L’Europa dell’Est e Centrale è valutata come il quarto miglior mercato potenziale al mondo. E la Bulgaria è in una posizione strategica». Il Paese sta crescendo. Nella classifica della competitività del World economic forum si posiziona al 54° posto su 148 (l’Italia è appena al 49°, solo a cinque gradini di distanza) e nell’indice di facilità di fare impresa è al 58° livello su 189, contro l’Italia al 65°. Gode di un cambio stabile legato all’euro e di una tassazione agevolata per le imprese (aliquota al 10%), il costo della manodopera è competitivo anche per i lavori qualificati. Le finanze pubbliche tengono, il debito è inferiore al 30% del Pil. I settori predominanti per le aziende italiane sono le costruzioni, il tessile, quello energetico, la pelletteria, l’agroalimentare e l’automotive. Unicredit, che con Bulbank è la prima banca della Bulgaria con una quota di mercato di circa il 15% e oltre 200 filiali, prosegue così nel suo programma – cominciato due anni fa – di sostegno alle imprese che vogliono internazionalizzarsi. L’Italia è il terzo partner commerciale del Paese, dietro alla Germania e alla Turchia, e l’interscambio è di 4,2 miliardi.
Corriere della sera