Rai Way punta a distribuire il 100% dell’utile

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RaiWayE’ quanto ha dichiarato oggi l’ad di Rai Way, for sale Stefano Ciccotti, nel corso della presentazione del progetto di quotazione della società, che approderà a Piazza Affari il prossimo 19 novembre. “Non abbiamo ancora definito la politica completa del dividendo, ma noi, come gruppo manageriale, pensiamo di poter proporre all’assemblea la possibilità di portare a dividendo il 100% dell’utile netto”, ha affermato Ciccotti.

L’anno scorso, a fronte di un utile di 11,8 milioni, la società ha remunerato il socio unico Rai con una cedola di 11,1 milioni, mentre a fine 2010 fu distribuito un dividendo di 20,7 milioni. Nei due anni successivi, invece, l’utile restò nelle casse della società. Lo sbarco in borsa della controllata della Rai, proprietaria della rete di trasmissione e diffusione dei segnali televisivi e radiofonici, arriva in un momento particolarmente intenso per il settore delle torri.

A tal proposito l’ad ha detto “stiamo guardando con attenzione a ciò che accade nel portafoglio torri”, ribadendo l’interesse a tutto ciò che porti valore all’infrastruttura. Il presidente, Camillo Rossotto, ha invece affermato che un’eventuale unione con Ei Towers è “razionale, ma futuribile”, mentre Rai Way non comprerò le torri Wind da sola.

“Se le torri tlc saranno sul mercato, noi saremo un operatore che guarderà a questa offerta. L’interesse sarà per operarle, ma se si tratta di prendere una quota di capitale, la cosa non ci spaventa. Certamente non compreremmo le torri Wind da soli, ma riteniamo che possiamo mettere a disposizione il nostro knowhow e in parte anche risorse finanziarie”, ha spiegato Rossotto.

Se Ei Towers è uno dei potenziali soggetti aggreganti, Wind ha definito il processo di valorizzazione dei propri asset di trasmissione (500 milioni) e sta valutando il da farsi. A studiare il settore sono i player stranieri, come la spagnola Abertis o l’americana American Tower e i fondi F2i e Clessidra. Alcuni di questi soggetti stanno pure avvicinando i vertici di Rai Way.

In ogni caso Rai Way ha illustrato i quattro pilastri strategici su cui poggia il gruppo: espandere la posizione di leadership nei servizi broadband con nuove offerte alla Rai; consolidare i flussi di ricavi nel tower hosting per gli MNO e per i broadcaster; espandere il portafoglio dei servizi, anche all’estero e senza operazioni di M&A; focalizzarsi sull’efficienza, la redditività e il flusso di cassa. A tal proposito il manager ha sottolineato come l’efficienza sui costi del personale sia già stata portata a termine, mentre ci sono spazi per l’efficienza energetica.

Dopo l’ok della Consob al prospetto informativo arrivato lo scorso venerdì, oggi è partito ufficialmente il collocamento istituzionale che, salvo proroga o chiusura anticipata, terminerà il prossimo 13 novembre. L’offerta ha per oggetto 83 milioni di azioni massime, corrispondenti a circa il 30,51% del capitale della controllata della Rai, di cui minime 8,3 milioni (il 10% del totale) rivolte al pubblico indistinto in Italia e ai dipendenti e le restanti 74,7 milioni (il 90%) riservate a investitori istituzionali. Includendo l’opzione greenshoe, la percentuale del capitale che andrà sul mercato sale al 34,93%.

Il valore dei titoli è compreso in una forchetta tra i 2,95 e i 3,5 euro e il presidente Rossotto ha escluso che si possa decidere di andare sotto il prezzo minimo per tenere conto della difficile situazione sui mercati. Pertanto, l’incasso previsto oscilla tra i 245 e i 290 milioni. Come anticipato da MF-Milano Finanza, dunque, Rai Way sarà collocata a un prezzo interessante, visto che è valutata a forte sconto rispetto all’unico competitor quotato a Piazza Affari che fa da benchmark, Ei Towers, partecipata da Mediaset al 40%.

La società infrastrutturale della Rai è valutata a un multiplo enterprise value/ebitda 2015 di 8,3-9,7 volte, a fronte delle 11,1 volte su cui si basa la valutazione di Ei Towers. Lo sconto è quindi del 13,2%-25,9%. Proprio questo fattore potrebbe essere l’elemento chiave che permetterà al gruppo di non fare flop, anche considerando i margini di garanzia dello Stato italiano.

Infine, per Rossotto Rai Way è parte cruciale del business della Rai, ma ora ha senso per il broadcaster monetizzare parte del valore della stessa Rai Way tramite la quotazione e riallocare risorse nell’area della creazione di contenuti. Sul perché nell’offerta delle azioni non sia prevista una parte in aumento di capitale, ha affermato che l’azienda è “decisamente poco levereggiata” e dunque non vi era alcuna necessità di un aumento. Il recente rinnovo del contratto con la Rai, siglato a luglio, ha una durata di sette anni più sette anni più sette anni, dunque un totale di ventuno anni.

di Serena Berici Milano Finanza