Anno di recessione per l’Italia ma la spesa delle famiglie salira’

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consumiIl 2014 si chiudera’ con un segno meno per la nostra economia: quest’anno l’Istat prevede una diminuzione del Pil pari allo 0, for sale 3% in termini reali, seguita da una crescita dello 0,5% nel 2015 e dell’1,0% nel 2016. Queste previsioni, inoltre, incorporano gli effetti macroeconomici associati alla manovra di finanza pubblica descritta nella Legge di Stabilita’ e nella relazione di aggiornamento presentata il 28 ottobre.
Segnali positivi arrivano invece sul fronte dei consumi: dopo tre anni di riduzione, nel 2014 la spesa delle famiglie segnera’ un aumento dello 0,3% in termini reali, in parte per effetto di una riduzione della propensione al risparmio. Nel 2015, si prevede un ulteriore miglioramento dei consumi privati (+0,6%) che proseguira’ anche nel 2016 (+0,8%) trainato dalla crescita del reddito disponibile e da un graduale aumento dell’occupazione.
Gli investimenti subiranno una ulteriore contrazione nell’anno in corso (-2,3%) nonostante un lieve miglioramento delle condizioni di accesso al credito e del costo del capitale. Il processo di accumulazione del capitale e’ previsto riprendere gradualmente nel 2015 (+1,3%) e con maggior intensita’ nel 2016 (+1,9%), in linea con il rafforzamento della domanda.
Il tasso di disoccupazione raggiungera’ il 12,5% nel 2014 per effetto della caduta dell’occupazione (-0,2% in termini di unita’ di lavoro). La stabilizzazione delle condizioni del mercato del lavoro attesa per i prossimi mesi avra’ riflessi sul 2015, quando il tasso di disoccupazione diminuira’ lievemente al 12,4% e le unita’ di lavoro registreranno un contenuto aumento (+0,2%). Il miglioramento del mercato del lavoro proseguira’ con piu’ vigore nel 2016 con una discesa del tasso di disoccupazione al 12,1% e una crescita delle unita’ di lavoro dello 0,7%.
Lo scenario di previsione – sottolinea l’Istat – e’ soggetto a margini di incertezza legati all’evoluzione della domanda internazionale, agli effetti delle politiche monetarie sul tasso di cambio e all’evoluzione delle aspettative degli operatori influenzate dalla credibilita’ delle politiche economiche.

AGI