La Fed non spaventa i mercati Ue: Milano rimbalza, l’euro sotto 1,26 dollari

yellenLa Banca centrale Usa ha posto fine agli acquisti di titoli sul mercato e sottolineato la forza della ripresa americana, lasciando presagire un rialzo dei tassi nel 2015. Wall Street si è indebolita ma senza scossoni, troche si rafforza invece il biglietto verde. Listini Ue in ripresa, bene anche Piazza Affari con Fca ed Eni. Spread sopra 160 prima dell’asta Btp. Chiusura positiva per Tokyo: +0,7%.  I toni da “falco” della Federal Reserve spingono in basso l’euro contro il dollaro e fanno credere ai mercati che la via verso l’innalzamento dei tassi possa essere più breve del previsto. Ieri la Banca centrale americana ha decretato la fine del terzo quantitative easing, l’acquisto di titoli direttamente sul mercato, ma ha anche sottolineato come sia “solida” la crescita del mercato del lavoro Usa. Mettendo le turbolenze finanziarie in secondo piano e concentrandosi sulla forza della ripresa a stelle e strisce, il comunicato della Fed ha di fatto testimoniato il cambio di passo dei governatori centrali. Non a caso Wall Street ha chiuso ieri in lieve calo, perché gli investitori vedono finire il tempo del “denaro facile” davanti ai loro occhi, ma senza comunque subire particolari scossoni. D’altra parte lo stop al Qe è stato graduale e la Fed ha cercato di preparare i mercati all’evento nel migliore dei modi. In Europa la giornata è carica di rilevazioni macroeconomiche importanti. In Germania, ad esempio, dove si guarda all’andamento del tasso di disoccupazione e dei prezzi al consumo. A livello di Eurozona si attende l’andamento della fiducia dei consumatori e dell’industria. In Spagna, invece, occhi puntati sul Prodotto interno lordo: cresce dello 0,5% congiunturale nel terzo trimestre, che diventa un +1,6% nel raffronto annuo. Nel pomeriggio nuovi dati dagli Usa, con le richieste di sussidi per la disoccupazione e soprattutto la stima preliminare del Pil del terzo trimestre. Il consensus è per una crescita del 3%. La Borsa di Milano prova a rimbalzare dopo il rosso finale di ieri, tra i peggiori d’Europa: il Ftse Mib segna un progresso di quasi un punto percentuale in avvio. Tra i singoli titoli di Piazza Affari si guarda a Eni, che ha annunciato conti sopra le attese del mercato. Sempre attenzione all’andamento delle banche dopo gli stress test, con Mps in ribasso e a tratti in sospensione, mentre continua la speculazione su Fca dopo l’annuncio della quotazione di Ferrari. Anche Luxottica è sotto i riflettori per aver annunciato conti con utili in crescita del 10%. Positive anche le altre Borse Ue in apertura: Francoforte cresce dello 0,2% e Parigi di mezzo punto percentuale, poco più di Londra a +0,4%. Lo spread, il differenziale di rendimento tra Btp decennali e Bund tedeschi, è in lieve ampliamento a 163 punti base in apertura di contrattazioni, con un rendimento per il Btp decennale al 2,5%. Dopo l’asta di Bot semestrali di ieri, con il rialzo dei rendimenti che ha accomunato gli ultimi collocamenti, il Tesoro tiene oggi un’asta di Btp quinquennali per un importo tra 2 e 2,5 miliardi e una di titoli decennali per un importo tra 2 e 2,75 miliardi. In agenda anche i Ccteu tra 1,5 e 2 miliardi. L’euro come detto è debole sotto quota 1,26 dollari per effetto delle posizioni della Fed: la moneta europea passa di mano a 1,2595 dollari, il cambio con lo yen è a 137,45. In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo: l’indice Nikkei è salito dello 0,67% a 15.658,20 punti, sfruttando il rafforzamento del biglietto verde pure sullo yen. Come accennato, Wall Street ha terminato con modesti ribassi; i toni usati dalla banca centrale nel comunicato sono stati però interpretati dagli analisti come un segno di maggiore ottimismo verso l’economia americana e hanno innescato nuove speculazioni sulla tempistica del rialzo dei tassi d’interesse. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha perso lo 0,2%, l’S&P 500 ha ceduto lo 0,1% e il Nasdaq ha segnato un -0,3%. Per le materie prime, le quotazioni del petrolio in calo sul mercato after hour di New York: i contratti sul greggio Wti con scadenza a dicembre perdono 45 centesimi e vengono scambiati a 81,75 dollari al barile. Il Brent perde 32 centesimi a 86,80 dollari. Prezzi dell’oro in netto ribasso sui mercati asiatici: il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.208 dollari l’oncia, ai minimi dall’inizio del mese di ottobre.

di RAFFAELE RICCIARDI
La Repubblica
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