E’ stato il direttore del ‘Watergate’, order quello che spinse i due giovani cronisti Bob Woodward e Carl Bernstein a seguire la storia, sale ad indagare a fondo per essere certi che la verita’ saltasse fuori. L’ex direttore del Washington Post Ben Bradlee e’ morto ieri nella sua casa di Washington all’eta’ di 93 anni. Da anni soffriva del morbo di Alzheimer e di demenza senile ed e’ morto per cause naturali. La notizia e’ stata data dallo stesso quotidiano sul suo sito, treat accompagnando la serie di articoli con una sua foto in bianco e nero. Memorabile rimane anche l’interpretazione che ne fece l’attore Jason Robards nel film “Tutti gli uomini del presidente”, con il quale vinse l’Oscar e ricevette i complimenti dello stesso Bradlee.
Il presidente Obama, che lo scorso anno gli consegno’ la medaglia della liberta’, lo ha elogiato per aver aiutato gli americani a capire il mondo in cui vivono attraverso il suo giornalismo.
“Lo standard che ha fissato – per onesta’, obiettivita’ e il racconto meticoloso – ha incoraggiato molti altri a intraprendere la professione”, ha detto Obama. A ricordarlo anche Bob Woodward e Carl Bernstein, i due cronisti la cui inchiesta fece esplodere lo scandalo Watergate: “Un vero amico e genio”, hanno scritto sul Post.
La storia piu’ avvincente mai pubblicata da uno dei direttori piu’ carismatici del Wp (rimase a dirigere il giornale per 26 anni) fu senz’altro proprio quella del Watergate che porto’ alle dimissioni di Nixon, nell’agosto del 1974, la prima e unica volta di un presidente americano e che fece guadagnare al giornale il premio Pulitzer.
Ma la decisione piu’ importante presa da Bradlee, insieme all’editore di allora Katharine Graham, fu quella di pubblicare nel 1971 alcuni articoli basati sui cosiddetti ‘Pentagon papers’, ovvero le 7.000 pagine di documenti top-secret sulla guerra in Vietnam. L’amministrazione Nixon si rivolse al tribunale per cercare di bloccarne la pubblicazione, ma la Corte Suprema accolse la richiesta del Washington Post e del New York Times di pubblicare la vicenda. Con Bradlee in redazione, prima come capo redattore poi come direttore, le vendite del Wp quasi raddoppiarono cosi’ come la redazione.
Bradlee, infatti, allargo’ la rete di corrispondenti intorno al mondo, apri’ diversi uffici nella regione di Washington e in altri Stati, e creo’ altre sezioni nel giornale, per esempio ‘Style’, una dei progetti di cui fu piu’ orgoglioso e che poi fu copiato da altre testate. Ma il suo punto di forza divenne anche la sua debolezza quando fu tradito da uno dei suoi giovani reporter: Janet Cooke scrisse una storia che riguardava un tossicodipendente di 8 anni. La cronista vinse il premio Pulitzer nel 1981, ma furono in molti a dubitare della veridicita’.
Alla fine, Cooke confesso’ di averla inventata. peccato pero che la storia era un’invenzione. “La credibilita’ di un giornale e’ il suo bene piu’ prezioso e dipende molto spesso dall’integrita’ dei suoi giornalisti. Quando questa viene meno, le ferite sono gravi e non c’e’ altro da fare che dire la verita’ ai lettori, chiedere scusa al comitato del premio Pulitzer e iniziare immediatamente a risalire la china per guadagnare quella credibilita’”, disse all’epoca Bradlee. In seguito, Janet Cooke restitui’ il premio e si licenzio’ dal Post.
Ansa