Eni consolida sempre piu’ i suoi rapporti di business con l’Asia. La presenza a Milano di ben 22 delegazioni asiatiche ha dato l’opportunita’ al ‘cane a sei zampe’ di incontrare politici e rappresentanti di Paesi strategici per il Gruppo e di rafforzare i rapporti con le compagnie petrolifere di riferimento. Due giorni di fitti appuntamenti, store iniziati ieri con l’incontro dell’ad Claudio Descalzi con una delegazione ministeriale del Vietnam, capeggiata dal ministro dell’Industria e Commercio Vu Huy Hoang. Descalzi ha quindi ricevuto i top manager della compagnia di Stato, PetroVietnam, guidati dal presidente Nguyen Xuan Son. Descalzi era stato ad Hanoi solo tre giorni fa, per firmare con PetroVietnam due production sharing contract (PSC) per l’esplorazione dei blocchi 116 e 124, situati al largo delle coste del Vietnam. Un’intesa che porta a sei i blocchi esplorativi del gruppo nel Paese, con una partecipazione unica rispetto alle altre compagnie internazionali. Oggi sara’ la volta della Corea e del Myanmar. In mattinata i top manager di Eni incontrano una delegazione della coreana Kogas, tra l’altro partner di Eni con il 10% dell’area 4 in Mozambico, capeggiata dal presidente e ad Seokhyo Jang, ed e’ prevista la firma di un accordo di cooperazione tra le due societa’. In serata un incontro con il presidente del Myanmar, Thein Sein. Per Eni il Myanmar e’ una vera promessa. A luglio il gruppo ha firmato contratti di esplorazione di 2 blocchi onshore: RSF-5 e PSC-K attraverso una joint venture composta da Eni, operatore con il 90% attraverso Eni Myanmar BV, e Myanmar Production and Exploration Company Ltd (con il 10%). L’obiettivo Asia per Eni tiene conto soprattutto del fatto che si tratta di economie in costante crescita, con un assoluto bisogno di gas. Come, ad esempio, il Vietnam: con un pil che cresce di media del 7% l’anno, dal 2025 il Paese si trovera’ in deficit di gas per quasi 1,5 mld metri cubi l’anno. La scommessa dell’Eni riguarda anche l’Indonesia dove il Gruppo e’ presente dal 2001. L’attivita’ e’ concentrata nell’area offshore orientale e nell’onshore del Kalimantan orientale, nell’offshore dell’isola di Sumatra e nell’onshore/offshore di West Timor e West Papua. Proseguono inoltre le attivita’ di sviluppo dei progetti operati dei giacimenti Jangkrik (Eni 55%) e Jau (Eni 85%) nell’offshore del Paese. Il primo prevede la perforazione di pozzi produttori collegati con una Floating Production Unit per il trattamento del gas e dei condensati nonche’ la realizzazione delle facility di trasporto per la connessione all’impianto di Bontang. Lo start-up e’ previsto nel 2017 con picco di 80 mila boe/giorno (42 mila in quota Eni) nel 2018. Infine la frontiera di Timor Est dove l’Eni e’ presente dal 2006, operatore con una quota dell’80% in 4 blocchi esplorativi offshore, per una superficie non sviluppata di 8.087 chilometri quadrati. La prima fase del programma esplorativo, della durata di 3 anni, prevede l’acquisizione di sismica 2D e 3D, gia’ completata, e la perforazione di due pozzi, il primo dei quali realizzato nel 2010. In Timor Est, nel 2008 attraverso i pozzi esplorativi Kitan-1 e Kitan-2, Eni ha effettuato una significativa scoperta petrolifera nel permesso JPDA 06-105 e nel 2010 ha avviato lo sviluppo del giacimento a olio di Kitan che, nell’ ottobre 2011 ha avviato a produzione. Lo sviluppo del giacimento di Kitan rafforza ulteriormente la presenza e le opportunita’ di crescita di Eni nel Mare di Timor, un’area considerata ad alto potenziale.
AGI