Borsa, Europa perde smalto, Milano e Madrid in rosso

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borsa (archivio)Vola a 170 punti base lo spread tra il Btp e il Bund tedesco

Piazza Affari in affanno a poco più di un’ora dall’avvio delle contrattazioni: l’indice Ftse Mib scivola e cede l’1, troche 13% mentre arrivano le prime sospensioni tra i bancari e lo spread vola a 176 punti base. Crolla Mps (-6,31%).
Dopo il mercoledì nero, l’avvio di seduta è stato positivo per le borse europee, anche se successivamente i listini hanno perso smalto: Madrid (-0,01%) gira in negativo assieme a Zurigo (-0,07%). Londra sale dello 0,65%, Parigi dello 0,52% e Francoforte dello 0,54%. I mercati sono in attesa dei dati sull’inflazione e la bilancia commerciale della Ue e sulla disoccupazione e la produzione industriale negli Usa. Ieri i timori sulla crescita economica e sulla Grecia hanno affossato le borse.
Lo spread tra Btp e Bund sale a 180 punti base rivedendo i massimi da inizio agosto. Il rendimento del decennale italiano è in rialzo al 2,54%.
Seduta in affanno per le borse asiatiche, dopo il mercoledì nero dei listini europei. Tokyo chiude con un tonfo del 2,22% mentre gli altri listini, alcuni dei quali ancora aperti, contengono i ribassi: Hong Kong cede lo 0,73%, Seul lo 0,37%, Taiwan lo 0,25%. Tengono le borse cinesi e Sydney (+0,18%). Pesano i timori per l’economia globale legati alle crisi geopolitiche, all’allarme Ebola e soprattutto alle difficoltà dell’Europa, dove torna a riaffacciarsi lo spettro della Grecia.
I dati Usa sulla spesa personale di settembre, in calo dello 0,3%, hanno acceso ieri i timori sui rischi per la ripresa americana dal contesto internazionale: Wall Street ha limitato i danni nel finale di seduta, dopo che l’indice S&P 500 aveva segnato un calo intraday del 3%, lasciando sul terreno tutti i progressi da inizio anno. I timori sull’economia si riflettono sul prezzo del petrolio, ancora in calo, e delle commodities. In Europa spaventa anche la situazione greca, con Atene che spinge per anticipare l’uscita dal programma di aiuti della Troika e il rischio di elezioni anticipate a febbraio in caso di stallo nell’elezione del Presidente della Repubblica.
L’euro si rafforza verso il dollaro e sale a 1,2817 con un aumento dello 0,16%. Il biglietto verde guadagna terreno invece rispetto allo yen segnando 106,12 (+0,23%).
Il greggio Wti si avvicina verso gli 80 dollari al barile sulla scia dell’aumento della produzione Usa, giunta ai massimi degli ultimi 30 anni in un contesto economico sempre più in rallentamento. Le quotazioni cedono lo 0,96% a 80,7 dollari al barile. Il Brent perde l’1% a 82,91 dollari.
L’oro resta sui massimi delle ultime 5 settimane dopo il balzo di ieri dovuto al crollo dei mercati che ha innescato il ritorno degli investitori verso i beni rifugio. Il metallo con consegna immediata segna quota 1240,3 dollari l’oncia (+0,3%) dopo aver toccato ieri 1250 dollari.

Ansa