Borse Ue in rosso: preoccupa l’inflazione. Attesa per l’indice Zew

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borsa (archivio)Prosegue la correzione dei mercati: Wall Street scivola ai minimi da due mesi, pesante Tokyo. Si indebolisce il contesto macroeconomico, mentre nel Vecchio continente si guarda alla fiducia delle imprese tedesche e all’indice dei prezzi

L’economia continua a preoccupare le Borse che traggono spunti positivi solo dal calo del prezzo del petrolio. Ieri sera Wall Street ha archiviato l’ennessima seduta pesante proseguendo la correzione iniziata più di un mese fa che ha bruciato oltre 3.500 miliardi di dollari. A ruota è seguito il crollo di Tokyo, mentre i mercati del Vecchio continente faticano a rialzare la testa. A pesare sul sentiment degli addetti ai lavori ci sono i dati macroeconomici in arrivo dall’Eurozona a cominciare dall’inflazione che in Francia, a settembre, è calata allo 0,4%, ai minimi da 5 anni: su base mensile l’indice dei prezzi si attesta a -0,4%. In Italia l’inflazione è calata allo 0,2% su base annua.
Gli investitori a questo punto guardano all’indice Nfib sulla fiducia delle piccole imprese per settembre, mentre dalla Germania arriva lo Zew e a livello di Eurozona si continua a discutere dei bilanci dei paesi dell’euro in attesa dei dati sulla produzione industriale e sull’inflazione nelle principali economie (leggi l’agenda dei mercati). A Wall Street, intanto, prosegue la stagione della trimestrali con Jp Morgan, Wells Fargo e Citigroup. In lieve rialzo l’euro che viene scambiato a 1,27 contro il dollaro.
In questo contesto a Milano Piazza Affari cede lo 0,2% come Parigi e Londra, mentre Francoforte è ferma sulla parità. Stabile in area 145 punti base lo spread, mentre i Btp rendono il 2,34% sul mercato secondario. Sotto i riflettori ancora Luxottica dopo che il presidente e fondatore Leonardo Del Vecchio ha avocato a se tutte le deleghe dopo le dimissioni dell’ad Enrico Cavatorta.
Chiusura in pesante calo per la Borsa di Tokyo. Al termine di una seduta tutta in territorio negativo l’indice Nikkei ha archiviato gli scambi con un calo del 2,38%. A trainare il listino giapponese in ribasso è stata la debolezza del dollaro sui mercati valutari, la seduta negativa di Wall Street, che ha toccato i minimi da due mesi a questa parte e i rischi, anche economici, legati alla diffusione del virus ebola.
E a Wall Street, come accennato, quella che doveva essere una seduta tranquilla per la festività del Columbus Day si è trasformata nell’ennesima disfatta. Il Dow Jones ha archiviato il quinto rosso consecutivo a tre cifre, il Nasdaq si è lasciato alle spalle i peggiori tre giorni dall’ottobre 2011 – ormai vicino ad una correzione – mentre lo S&P 500 si è portato al di sotto della media degli ultimi 200 giorni. Secondo gli analisti a questo punto il 63% dei titoli sull’indice benchmark è scambiato al di sotto del proprio valore e solo il 10% resta sopravalutato. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones è sceso dell’1,35%, il Nasdaq ha perso l’1,46% e lo S&P 500 è calato dell’1,65%.
Sul fronte delle materie prime, continua la discesa dei prezzi del petrolio con i contratti sul greggio Wti con consegna a novembre che tornano sotto quota 85 dollari e vengono scambiati a 84,8 dollari al barile. Il Brent perde 96 centesimi a 88,8 dollari. L’oro è in leggero calo rispetto alle quotazioni massime da un mese raggiunte ieri sui mercati asiatici. Il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.234,5 dollari l’oncia.

di GIULIANO BALESTRERI

La Repubblica