La startup italiana Lanieri ha applicato la tecnologia dello scanner a infrarossi alla cultura sartoriale del Made In Italy. Dici “sartoria” e pensi a uno dei settori più tradizionalisti sulla faccia della Terra. Ma la tecnologia è arrivata anche là dove il metro a nastro va per la maggiore. In particolare, there da diversi anni hanno fatto il loro ingresso nel mondo della moda – soprattutto negli USA – i body scanner 3D. Fra i marchi che hanno deciso di adottare questa tecnologia c’è anche una startup italiana che si occupa di abiti di alta sartoria, Lanieri. Nata nel 2012 da un’idea di cinque ragazzi – Simone Maggi, click Riccardo Schiavotto, Mattia Bernardi, Edoardo Iacopozzi e Alberto Vigada – Lanieri ha fatto il suo ingresso nel mondo della sartoria armata di una libreria digitale che permette di creare il proprioabito personalizzato, di un modello di business che si fonda sulla vendita online e sul made in Italy, capsule e dello scanner 3D. I cinque soci hanno iniziato a fare sul serio con l’approdo al premio Start Cup Piemonte 2012, organizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino e il suo incubatore I3P, dove si sono aggiudicati il secondo posto assoluto e il primo posto tra le startup ICT. Un passo fondamentale, dato che è proprio lì che la Successori Reda, storico lanificio biellese, ha deciso di investire nei ragazzi.“Quello che facciamo è ultilizzare le stesse metodologie del sarto, ma in chiave moderna” spiega Simone Maggi, uno dei fondatori. “Ci sono tantissime aziende che fanno bodyscanner. Ma noi abbiamo preso questa tecnologia e l’abbiamo adattata alle nostre esigenze. Abbiamo portato il processo sartoriale interamente online, e il cuore della nostra startup è tecnologico. La sfida è quella di proporre un prodotto interamente tradizionale in maniera contemporanea.“Il risultato più visibile di questa filosofia è un camerino/body scanner 3D a infrarossi che permette di ricreare le misure anatomiche del cliente in pochi secondi. In pratica, l’infrarosso colpisce la superficie del corpo, e in questo modo si creano dei punti. Sulla base di ciò il software crea le misure del cliente, che saranno salvate all’interno del profilo online e che, soprattutto, potranno essere riutilizzate per acquisti futuri. Sul sito si possono comunque inserire le proprie misure senza passare dallo scanner, e accedere ai servizi che puntano alla personalizzazione del prodotto. La startup fa principalmente affidamento sul web, ma non può prescindere dal contatto con il pubblico. Anche perché la scannerizzazione, ovviamente, può avvenire soltanto dal vivo. “Noi viviamo online, ma apriamo dei temporary showroom per avvicinarci al cliente. Siamo già stati a Milano e a Londra, e abbiamo in programma altre tappe in Europa“, spiega Simone. In questo momento il temporary shop si trova a Milano in via Monte di Pietà 22 fino all’11 ottobre. La prossima sfida? Dare vita agli abiti grazie ad un utilizzo molto creativo dei tag. Ma questa è un capitolo ancora da scrivere.
di Ilaria Orrù
Fonte: Wired