I mercati sono in altalena: la corsa del Pil americano lascia aperta la porta a un rialzo dei tassi già all’inizio del 2015. Preoccupa la mancata ripresa dell’Eurozona e le schermaglie tra Russia e Occidente. L’euro ai minimi da due anni sul dollaro. A Hong Kong cresce la protesta contro la Cina: listino a picco
Ore 11:40. Le Borse europee sono contrastate dopo il rally di fine settimana. A condizionare l’atteggiamento degli investitori sono da un lato le preoccupazioni macroeconomiche, online dall’altro quelle geopolitiche. A livello internazionale continuano a preoccupare le tensioni tra Russia e Occidente, and mentre venerdì la Gran Bretagna ha dato il via libera alle operazioni militari in Medio Oriente contro l’Isis. Gli addetti ai lavori temono una esclation a livello globale con il rischio di nuovi attacchi terroristici anche in Europa. In Oriente, ambulance invece, monta la protesta a Hong Kong: migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per chiedere più democrazia all’interno del partito comunista cinese. Pechino tiene pronto l’esercito, ma i cittadini dell’ex colonia britannica non hanno intenzione di fare passi indietro.
A livello macro, la buona notizia della crescita del Pil Usa, che nel secondo trimestre dell’anno ha registrato un +4,6% ha fornito nuovi argomenti a chi sostiene un rialzo dei tassi d’interesse già nella prima metà dell’anno prossimo. Una prospettiva che complica i piani degli addetti ai lavori convinti che nulla sarebbe cambiato prima delle fine del 2015. In Italia, mentre il Pd discute della riforma del lavoro, il Tesoro ha assetagnato in asta 5,5 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni, al top
del target, con rendimenti misti. I 3 miliardi di euro di decennali sono stati piazzati al 2,45%, leggermente in rialzo rispetto al 2,39% della precedente asta. La domanda è pari a 1,34 volte l’offerta. I 2,5 miliardi di euro di quinquennali sono stati collocati con un rendimento record dell’1,06%, leggermente in ribasso rispetto all’1,10% della precedente asta. La domanda è stata pari a 1,48 volte l’offerta. Lo spread è in salita in area 145 punti con i Btp che rendono il 2,44% allineandosi al risultato d’asta. Tra i dati macro in agenda si segnala il calo della fiducia dei consumatori dell’Eurozona che ad agosto è scesa sotto quota 100. Nel pomeriggio arriveranno i redditi delle famiglie e la spesa per consumi negli Stati Uniti, entrambi di agosto.
In questo contesto a Milano, Piazza Affari è in calo dello 0,9%, mentre Londra cede lo 0,4% come Parigi, mentre Francoforte arretra dello 0,3%. Andamento opposto per due esponenti del “lusso” del listino milanese: Yoox rimbalza dopo i recenti cali, Ferragamo è in ribasso. Si divaricano anche Igd e Beni Stabili, i due gruppi del settore immobiliare che hanno avviato oggi i rispettivi aumenti di capitale: per la prima l’operazione è da 200 milioni, per la seconda da 150.
L’euro ha aggiornato il nuovo minimo degli ultimi due anni rispetto al dollaro, scivolando fino a 1,2664 (1,2732 alla rilevazione della Bce di venerdì), per poi recuperare leggermente in area 1,2680. La divisa unica ha perso terreno anche sulla sterlina, fino al nuovo minimo dal luglio 2012, toccando 0,7779 (0,7807 per la Bce venerdì) per poi recuperare la soglia di 0,7800 (Eurobarometro).
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha archiviato una seduta positiva incoraggiata dalla ripresa del dollaro e dal buon andamento venerdì di Wall Street. L’indice Nikkei dei titoli guida chiude in progresso dello 0,50% a 16.310,64 punti. Il più ampio indice Topix guadagna lo 0,40% a 1.337,30 punti. Le proteste affossano Hong Kong, dove la Borsa termina ai minimi da due mesi e mezzo. L’indice Hang Seng ha chiuso le contrattazioni in calo dell’1,9% a 23.229,21 punti, il livello di chiusura più basso dal 9 luglio.
Come detto, venerdì sera, Wall Street aveva chiuso la settimana con una seduta positiva, grazie, in particolare, alla revisione al rialzo del prodotto interno lordo del secondo trimestre. Questo ha bilanciato la preoccupazione degli investitori per la prospettiva di un inasprimento delle tensioni tra Russia ed Europa e per il rallentamento della crescita in Cina e nel Vecchio continente. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha aggiunto lo 0,99% a 17.113,15 punti, il Nasdaq è avanzato dell’1,02% a 4.512,19 punti e lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,86% a 1.982,85 punti. I rialzi non sono però bastati a riportare in nero il bilancio settimanale che si è chiuso a -1% per il Dow, -1,4% per lo S&P 500 e -1,5% per il Nasdaq.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio è in calo sui mercati asiatici a 92,95 dollari per il barile Wti e a 96,75 dollari per il Brent. L’oro è in discesa a 1.216,02 dollari l’oncia segnando una flessione dello 0,2%.
di GIULIANO BALESTRERI
La Repubblica