La società potrebbe arrivare a Piazza Affari verso la fine dell’anno. Sul mercato una quota fino al 49% del capitale. L’azienda che gestisce le torri è valutata circa un miliardo di euro
Il Cda della Rai ha votato all’unanimità dei presenti l’autorizzazione alla vendita di una quota di minoranza del pacchetto azionario di Rai Way finalizzato alla quotazione della società. Anche è arrivato il via libera alla presentazione dei documenti per Consob e Borsa Italiana.
Il tema della privatizzazione di Rai Way, site la società di gestione delle torri che trasmettono il segnale televisivo, era tornato di attualità lo scorso aprile, all’indomani delle misure adottate dal governo con il decreto Irpef che comprendevano – tra gli altri – anche un taglio di 150 milioni di fondi alla Rai derivanti dalle competenze del canone di abbonamento.
A viale Mazzini, quindi, era stato richiesto di contribuire allo sforzo di spending review in atto nel Paese, e il collocamento sul mercato di una quota importante, sia pur minoritaria, di un asset chiave come Raiway rappresentata in questo sento un passaggio importante. Tuttavia la mossa del cda non place le polemiche.
Per il Pd Michele Anzaldi segretario della commissione Vigilanza Rai “è opportuno che l’azienda chiarisca sull’utilizzo dei ricavi dalla vendita della società che gestisce le torri. Perché la Rai dovrebbe cedere una quota di Raiway pari a 400 milioni di euro se l’ammanco per il decreto Irpef è di 150 milioni?”
Nella migliore delle ipotesi la controllata Rai che gestisce le torri di trasmissione del segnale televisivo potrebbe arrivare a Piazza Affari a fine anno, più probabilmente,
però, lo sbarco si realizzerà all’inizio del 2015: la società è valutata intorno al miliardo di euro, viale Mazzini collocando il 30% del capitale potrebbe così incassare 300 milioni di euro. Per rimettere in sesto i conti della società l’esecutivo ha messo in cima alla lista delle priorità anche la lotta all’evasione del canone, pari al 26% degli abbonati: una situazione che non ha pari in Europa e drena oltre 500 milioni di ricavi annui alla società.
La Repubblica