In agenda il consiglio di amministrazione del colosso degli occhiali, find che deciderà i tempi di uscita del manager in sella al gruppo da un decennio. Per lui anche suggestioni di futuro politico. Il patron Del Vecchio ridisegna i vertici
Il primo giorno di settembre, di fatto l’inizio dell’anno con il ritorno anche dei ‘ritardatari’ dalle vacanze, sarà quello della nascita del nuovo vertice di Luxottica: il consiglio di amministrazione del gruppo è pronto a decidere i tempi dell’uscita dell’amministratore delegato Andrea Guerra, che in dieci anni ha tra l’altro portato al raddoppio dei fatturati, e l’insediamento di chi gli succederà. In pole position in un ruolo simile a quello di consigliere delegato rimane l’attuale direttore finanziario Enrico Cavatorta.
Fino agli ultimi giorni sono comunque proseguite le analisi da parte dell’azionista di riferimento dei candidati, interni all’azienda e soprattutto esterni. Leonardo Del Vecchio punta all’esterno soprattutto per il responsabile dei mercati, mentre per chi sarà a capo di una parte della ‘macchina’ (soprattutto prodotto e servizi) è probabile la crescita di un manager già presente in azienda. Un nome accreditato è quello di Antonio Miyakawa, attualmente responsabile marketing e stile, da prima del 2000 all’interno del gigante dell’occhialeria, figlio di chi ha aperto a Del Vecchio il cruciale mercato giapponese.
Il cda dei saluti per Guerra si terrà nella nuova sede milanese di Luxottica, a due passi da piazzale Cadorna, anche se per qualche settimana l’amministratore delegato dei grandi successi dovrebbe rimanere al timone. In un primo momento si ipotizzava fino all’inverno, mentre ora l’orientamento sarebbe quello di anticipare i tempi, forse già a fine settembre.
Mettersi d’accordo sulla ‘buonuscita’ non dovrebbe essere stato difficile (Guerra in due distinte operazioni di stock option nell’ultimo anno e mezzo ha incassato quasi 70 milioni). E forse anche sulle clausole di ‘non concorrenza’. Negli ultimi giorni si sono rincorse le voci di interesse da parte di importanti gruppi del Golfo persico e anche di Prada, ma per ora Guerra si tiene le mani libere. L’ipotesi è infatti che con l’uscita di Federica Mogherini dal governo, Renzi – procedendo a un moderato rimpasto – pensi al suo sostenitore dai tempi della Leopolda. Si è parlato del ministero degli Esteri, ma secondo fonti bancarie e di mercato è più accreditata la casella dello Sviluppo economico, di cui si era già parlato nelle settimane della nascita dell’esecutivo dell’ex sindaco di Firenze. I tempi comunque sono lunghi e fino all’insediamento della nuova Commissione europea, il primo novembre, tutto può succedere.
La Repubblica