La guerra per il controllo della telefonia Brasiliana. Gli spagnoli hanno rialzato la loro proposta iniziale a 7, 45 miliardi di euro, con una buona fetta in contanti e la quota ancora detenuta in Italia. La compagnia transalpina si lascia sedurre: “Prezzo particolarmente interessante”, 3 mld di plusvalenza. Il piano di Alierta prevale sulla proposta italiana da 7 mld più il 20% del capitale di Telecom
Vivendi si lascia sedurre dalla proposta di Telefonica e decide di dare l’esclusiva alla società spagnola per trattare la cessione di Gvt, la controllata brasiliana che si occupa in particolare di connessioni fisse. Un asset per il quale si era mossa con decisione anche Telecom Italia, con un piano da 7 miliardi in contanti (1,7 miliardi) e azioni (apertura ai francesi del capitale di Telecom al 20%), ma la cui proposta è stata superata. Gli iberici hanno infatti messo sul piatto 7,45 miliardi, migliorando l’iniziale proposta da 6,7 miliardi di inizio agosto, gran parte dei quali (4,66 miliardi) da pagare in contanti. In un comunicato, il board del gruppo francese ha annunciato la sua scelta, pressato nei tempi dalla stessa Telefonica, la cui offerta migliorata sarebbe durata solo fino a domani. “Alla luce delle strategie del gruppo – si legge nel comunicato di Vivendi – e nell’interesse degli azionisti, il supervisory board ha deciso di avviare una trattativa in esclusiva con Telefonica, sottolineando comunque la rilevanza e la qualità dell’offerta di Telecom Italia”. Vivendi rileva che la cessione di Gvt rappresenta “la dismissione dell’ultima compagnia telefonica posseduta da Vivendi dopo la vendita di Maroc Telecom e Sfr”. Visto il “prezzo particolarmente interessante”, dunque, i francesi hanno optato per la possibilità di segnare una plusvalenza da 3 miliardi. Nel derby tra Italia e Spagna si avvia a prevalere dunque quest’ultima; non bisogna dimenticare che Telefonica è stata fino a poco fa socio di riferimento in Telecom Italia, in sella alla holding Telco con i soci italiani, e che ancora detiene l’8,3% della Tlc tricolore. Proprio quella quota, però, potrebbe passare comunque nelle mani dei francesi di Vivendi, che non a caso nel comunicato con il quale affidano l’esclusiva a Telefonica hanno precisato di non “escludere l’acquisto di quote di minoranza in altre compagnie per distribuire contenuti”. Da parte della compagnia guidata da César Alierta è arrivato un piano che prevede una puntata da 7,45 miliardi, 4,66 dei quali – come accennato – in contanti. Come nella prima proposta, poi, Telefonica ha aggiunto il conferimento a Vivendi del 12% del capitale di Telefonica Brasil (che a quel punto dovrebbe fondere al suo interno Gvt), un terzo del quale può essere scambiato, a discrezione di Vivendi, con l’8,3% dei diritti di voto che gli spagnoli detengono in Telecom Italia, dalla quale si disimpegnerebbero in toto dopo la convivenza con i soci italiani nella holding Telco. Il manager iberico è stato abile nel pressare i francesi, concedendo di fatto loro solo oggi per prendere una posizione: così è stato e la risposta è stata per lui positiva. Di contro, Telecom Italia aveva proposto un piano da 7 miliardi di euro. La sostanza del piano disegnato dall’ad Marco Patuano per il numero uno di Vivendi, Vincent Bollorè, ha ricalcato nell’ufficialità le indiscrezioni emerse nei giorni scorsi. Tre le fasi del progetto: l’iniziale acquisizione per cassa da parte di Tim di una partecipazione di minoranza in Gvt; la fusione per incorporazione di Gvt in Tim; l’ingresso di Vivendi nel capitale sociale di Telecom Italia tramite sottoscrizione di un aumento di capitale a essa riservato. Come corrispettivo della sottoscrizione, Vivendi conferirebbe a Telecom Italia una quota della partecipazione detenuta in Tim a seguito dell’integrazione con Gvt e cassa. Al termine dell’operazione, ai francesi sarebbe così riservato il il 15% di Tim post-fusione (il 60% sarà controllato da Telecom, il resto sul mercato) e il 20% circa di Telecom Italia.”L’offerta complessiva risulta pertanto composta per il 24% circa di cassa e per il 76% circa di azioni, offrendo a Vivendi un importante potenziale upside di valore”, ha spiegato stamane Telecom in una nota. Vivendi ha precisato da parte sua che l’offerta italiana vale 1,7 miliardi in contanti – poco più di un terzo di quanto offerto da Telefonica -, una parte in azioni Telecom (16% del capitale e 21,7% dei diritti di voto) e una parte in azioni Tim Brasil (il 15%). Patuano, che aveva raccolto anche il placet di Marco Fossati (azionista con Findim poco sotto il 5% di Telecom), aveva offerto anche due membri nei board di Tim Brasil e Telecom a Vivendi. Oltre all’operazione sul capitale, di rilievo sarebbe stato il disegno industriale di unire la Tlc con la produzione di contenuti di Media&Entertainment. Il titolo Telecom, alla notizia della preferenza di Vivendi per Telefonica, parte al rialzo per chiudere in controtendenza al +1,3%: il mercato scommette ora che lo shopping di Alierta riguarderà anche Tim Brasil, che pare destinata a uno spezzatino tra i maggiori operatori presenti nel Paese sudamericano.
Da Telecom si segnala infine una presa di distanza dalla mossa di Oi, il gruppo brasiliano delle Tlc che ieri – con timing particolare – ha dato mandato alla banca Btg Pactual di stilare un piano per acquisire Tim Brasil. “La società – scrive Telecom – nel confermare che Tim Brasil è un asset strategico su cui è impegnata a concentrare importanti prospettive di investimento e crescita, precisa la sua totale estraneità all’iniziativa di Oi sa, di cui non conosce alcun elemento”.
La Repubblica