Una ricercatrice dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano premiata dalla Fondazione “Guido Berlucchi” con un importante finanziamento per sviluppare una ricerca per personalizzare la terapia contro i tumori del polmone: obiettivo dello studio individuare il farmaco più efficace per ogni paziente e approfondire ancora di più come nasca e si sviluppi questa malattia
Milano, purchase 29 agosto 2014 – Anche la terapia contro il tumore del polmone per essere efficace deve essere “su misura”: per proseguire il suo studio “Tailor”, sarto in inglese, Marina Garassino, responsabile dell’Oncologia toraco-polmonare dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è stata premiata dalla Fondazione “Guido Berlucchi” con un finanziamento di 50.000 euro che servirà a personalizzare ancora di più questa terapia, individuando quelle mutazioni del patrimonio genetico che rendono un farmaco efficace per alcuni pazienti mentre su altri ottiene risultati limitati. Infatti, in un suo precedente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Lancet Oncology, la ricercatrice aveva scoperto che uno dei nuovi farmaci a bersaglio molecolare, erlotinib, è meno efficace della chemioterapia tradizionale nella maggior parte dei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, la tipologia di cancro più diffusa tra i fumatori.
Questo poiché la terapia, in grado di colpire in maniera mirata le cellule malate, ha buoni risultati solo su persone caratterizzate dalla presenza di una particolare mutazione di un gene, chiamato “EGFR”, e pari solo al 10% dei pazienti. Spiega Marina Garassino, responsabile dell’Oncologia toraco-polmonare dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: “Mi sento onorata del riconoscimento ricevuto dalla Fondazione Berlucchi e sono grata per questo finanziamento perché con esso potremo analizzare ancora una volta in modo indipendnte il DNA di numerosi pazienti. Ciò ci permetterà di scoprire perché esistano persone, il 2% dei casi, che rispondono all’erlotinib anche se non hanno la mutazione di EGFR e individuare altri fattori per capire come nasce il tumore e fare previsioni su come si evolverà nel paziente. Si tratterebbe di un passo avanti importante poiché il tumore non a piccole cellule colpisce un’ampia fascia di pazienti, circa l’80% dei casi totali di cancro al polmone”. La ricerca in corso e gli studi precedenti hanno dimostrato che la chemioterapia è più efficace nel trattamento dei pazienti senza mutazione aumentando il tempo di controllo della malattia e la sopravvivenza. Il lavoro condotto da Marina Garassino ha anche ottenuto il riconoscimento AIOM “Lettura Marco Venturini” nato per ricordare il contributo di Marco Venturini per lo sviluppo della ricerca oncologica in Italia e assegnato ogni anno a un oncologo italiano per l’importanza della ricerca svolta.