Dopo la Cina, adesso è la volta dell’India. L’antitrust indiano ha infatti multato per un totale di 25,4 miliardi di rupie (circa 320 milioni di euro) le controllate locali di 14 gruppi: Bmw, Ford, Fiat, Gm, Hindustan Motors, Mahindra & Mahindra, Maruti Suzuki, Mercedes-Benz, Nissan, Renault, Skoda, Tata Motors, Toyota e Volkswagen per aver distorto la concorrenza sul mercato dei ricambi.
“I costruttori hanno imposto prezzi elevati e arbitrari per i loro ricambi”, ha affermato la commissione indiana sulla Concorrenza, che li accusa “di aver distorto la concorrenza” sfruttando la loro posizione dominante. In particolare, afferma la commissione, Fiat ha aumentato i prezzi dei componenti dal 19,9% al 4.817%. La multa più salata è stata imposta all’indiana Tata motors (13,5 miliardi di rupie), mentre Honda ha il primato della multa più elevata a un brand estero (784 milioni di rupie).
L’aumento dei prezzi ha limitato il potenziale delle officine di riparazione indipendenti “a svantaggio dei consumatori, di chi offre i servizi e dei dealer”, ha indicato l’Antitrust indiano, che definisce l’atteggiamento dei costruttori “tanto più deplorevole” considerando che in Europa si sono impegnati “ad andare incontro” ai clienti.
La Repubblica