di Cesare Lanza
Il messaggio di Barbara Berlusconi è importante: il calcio dev’essere seriamente riformato, advice dice, ailment e va dato spazio ai giovani, ai quarantenni, con ruoli di responsabilità e capaci, aggiungo, senza cinismi e ancora ricchi di entusiasmo vitale; è ora di dire stop al disastro che stiamo vivendo, e ricominciare, con coraggio. Non mi iscrivo tout court al partito della rottamazione, non tanto perchè ho raggiunto la settantina (ho già fatto vari passi indietro!), ma soprattutto perchè penso che anche tra i miei coetanei possano esserci risorse importanti, esperienze preziose da utilizzare, senza obbligatoriamente buttarle nel cestino dei rifiuti, a prescindere. E tuttavia ha fatto bene Barbara a esprimersi, nel Paese delle allusioni e delle più assurde mediazioni, e dei rinvii, con chiarezza e con vigore. La ragazza è intelligente, determinata, figlia d’arte e di spina dorsale forte; è facile intuire il trasparente riferimento ad Adriano Galliani, che ingombra la sua ascesa. Ha fatto bene perchè mi sembra più che fondato il sospetto che la sconfitta venga annacquata dai sussurri, secondo tradizione, che le grida di indignazione e di malcontento affondino nella paludosa forza del tempo. C’era proprio bisogno di rinviare le decisioni all’11 giugno? Assolutamente no. Sia la nomina del nuovo presidente di Federcalcio, sia la nomina del nuovo cittì sono due pratiche che in un mondo meno malmostoso verrebbero risolte immediatamente. E il cittì? Non si poteva concludere immediatamente l’ingaggio di Roberto Mancini, che questo giornale ha già indicato come il candidato di maggior qualità per la successione di Cesare Prandelli? L’11 agosto mancheranno tre settimane alle prime uscite della nuova Nazionale. Era proprio inevitabile lasciare tre settimane soltanto di tempo al lavoro, di osservazione e ricostruzione, affidato al nuovo cittì?
Che malinconia assistere alle partite del mondiale brasiliano e pensare, come fosse un lutto da elaborare, alla nostra squadra eliminata in modo vergognoso. La rifondazione del Paese Calcio doveva cominciare con ben altra determinazione quattro anni fa. Adesso, per favore, non perdiamo neanche un giorno. Viviamo una fase storica in cui il governo è presieduto da un quarantenne, che della velocità fa la sua bandiera. E’ accettabile che il mondo del calcio resti una palude isolata e si muova con questa irritante, distruttiva lentezza?
Corriere dello Sport Stadio
01 – 07 – 2014