QUANDO IL GIOCO D’AZZARDO DIVENTA RACCONTO
Esce nelle librerie il nuovo libro di Cesare Lanza dedicato alla passione per il tavolo verde. Dai grandi scrittori e registi ai racconti delle partite più belle
Quando il gioco d’azzardo esce dalle sale dei casinò, health una volta quelli storici di Montecarlo, sale Saint Vincent e Sanremo, oggi quelli ultramoderni piene di macchinette che si trovano in tutte le città italiane, può anche essere lo specchio dell’animo umano. C’è un nuovo saggio, uscito in questi giorni in libreria e presentato giovedi 27 giugno al Palazzo Santa Chiara, in piazza Santa Chiara 14 a Roma (alle ore 10.30 per gli appassionati del genere), “Elogio del gioco d’azzardo”, scritto da uno dei massimi esperti del tavolo verde, Cesare Lanza, dove lo chemin de fer, il poker, la roulette non sono soltanto brivido e soldi, ma anche stimoli per grandi scrittori e registi per cercare di raccontare la complessità dell’animo umano. Al tavolo da gioco non si bluffa, caratteri e debolezze escono furi in maniera evidente e sincera. E’ Cesare Lanza ci racconta come da Dostoevsky a Scorsese, passando per Pirandello e Schnitzler, carte e pallina hanno contribuito a scrivere alcune delle pagine più belle della letterature e della cinematografia mondiale.
Ma nel saggio “Elogio del gioco d’azzardo”, Lanza è bravo a sfruttare tutta la sua conoscenza dei veri giocatori: chi ama il gioco oltre al brivido della puntata, ama raccontare e ascoltare le sue partite o quelle dei compagni di tavolo. Partite che di racconto in racconto si arricchiscono sempre di particolari più emozionanti, di puntate sempre più alte, di colpi di fortuna da invidiare che a noi non capitano mai, di svolte improvvise con perdenti che trovano il colpo miracoloso o vincenti che cadono sulla carta non prevista. E Lanza ci racconta le imprese dei grandi giocatori dal re egiziano Faruk (” Ho poker, parola di re”, prese il piatto ma non fece mai vedere le carte) alle puntate milionarie dell’imprenditore francese Citroen. Tanta verità e molta leggenda.
Ma il racconto più avvincente e più bello e certamente quello di una memorabile partita di Chemin de fer giocata in una notte di tanti anni fa a Sanit Vincent dove l’autore è stato protagonista e testimone. Brividi veri a suon di milioni (all’epoca c’era ancora la lira). E in un saggio sul gioco non poteva certo mancare un vero decalogo per evitare cocenti e dolorose sconfitte, delle regole per avere una condotta intelligente al tavolo.
Ottimi consigli, ma chi riesce ad applicarli?
di Massimo Mazzitelli
La Repubblica 26 – 06 – 2013