Anto’,non fa più caldo
Se le parlate dello spot che l’ha resa famosa, Luisa Ranieri fa la napoletana incazzata.
Perchè con Antonioni ha dimostrato la stoffa della vera attrice. Riservata, anzi riservatissima, ha deciso di essere generosa con Capital. Scoprendosi come mai aveva fatto.
di Cesare Lanza “Capital”
Luisa Ranieri, 28 anni, napoletana, attrice di cinema, teatro e televisione, improvvisamente famosa a livello nazional popolare per uno spot di grande successo.
Ci incontriamo nel bar dell’hotel Minerva, a Roma a due passi dal Pantheon.
E decido, subito, di provocarla.
Lei è molto bella, considerata brava ed emergente, probabilmente ambiziosa: è a
una svolta, importante e interessante, della sua carriera. Ma, fino ad ora, è conosciuta soprattutto per l’exploit di uno spot e per la somiglianza con un’attrice al momento assai più affermata, molti dicono infatti che lei è l’anti Ferilli… Cominciamo dallo spot: è diventato un tormentone, nella sua vita?
“In che senso?”
Voglio dire: la incontrano per strada, o in un salotto, e le gridano “Anto’, fa caldo!
e “Antò, fa freddo!” ?
“Non è così. In quel personaggio non mi identifico affatto. Non mi ha segnato: mi ha
divertito. Era un impegno di lavoro e l’ho accettato perché mi piaceva: nella vita e nel lavoro, cerco di fare, soprattutto, ciò che mi piace.”
E com’è il rapporto con la pubblicità, per lei? Si sente usata?
“Assolutamente no, se mai il contrario. Certo non mi identifico in un prodotto.”
Si sa, infatti, che lei tiene molto alla sua identità di attrice. Cos’è allora, per lei, il
teatro?
“Una grande passione. Ho sempre desiderato, fin da bambina, di fare l’attrice. Fondamentale e coinvolgente, per me, il contatto con gli spettatori in sala. Ci si mette in gioco, con un pubblico diverso ogni sera…”
Ricordi di grandi successi o cocenti disapprovazioni?
“Né fischi né boati di entusiasmo. Ma molti applausi, sì.”
Le è successo di recitare con una sala vuota?
“Proprio vuota, no. Lei sa che lo spettacolo può essere sospeso se il numero degli
spettatori è inferiore a quello degli attori. Ma di solito non si sospende. C’è una sensazione di smarrimento, ma l’attore è galvanizzato dalla voglia di dare, comunque, il meglio.”
Mi sembra di cogliere una sfumatura di compiacimento, quando parla di se stessa
come attrice. Così come mi sembrava distratta o indifferente, prima, quando parlavamo della pubblicità.
“Nel mestiere dell’attore la vanità è presente, comunque risulta accentuata.”
E la sua bellezza? E’ una risorsa influente?
“La fisicità del corpo, diciamo così, aiuta: non lo nego, Ma da sola non basterebbe,
per nessuna.”
E il cinema, cos’è il cinema per lei?
“Lo faccio da due anni, è tutto da scoprire.”
Però è già arrivata a lavorare con Antonioni. Mi dica di lui.”
“Mi ha ricevuto a casa sua, con la moglie. Una vera e straordinaria emozione, per me,
trovarmi di fronte a un mito del cinema. Mi ha chiesto di parlare in inglese e io mi sono esibita nel mio inglese alla napoletana. E in napoletano, alla fine, ho concluso: maestro, tutto quello che sapevo, l’ho detto!”
Con Antonioni lei ha girato un episodio di un film erotico. “Eros, il filo pericoloso
delle cose.” Difficoltà?
“La difficoltà era soprattutto quella di come farmi gestire. La storia era costruita su
una coppia in crisi, con problemi di incomunicabilità. Poi lui mi incontra, gli nasce il desiderio di avermi, mi trova, nasce un rapporto amoroso…”
C’erano scene di nudo integrale, ho sentito.
“Sì. Ed era per me la prima volta su un set cinematografico. E Antonioni dirigeva a
gesti. Sono molto grata alla moglie, Enrica, bravissima ad aiutarmi a sbloccarmi. All’emozione per la scena audace, far l’amore nudi e in modo veritiero, si aggiungeva anche quella per l’esame da sostenere davanti a un grande regista.”
Quindi, si sentiva impaurita?
“Prima del ciak, sì. Mi aspettavano scene molto realistiche. Ma dopo la magica
parola “azione!”, un attore entra nella parte…”
Ecco il compiacimento, a cui alludevo prima. E come donna, si è sentita coinvolta, eccitata?
“ No. Era solo recitazione.”
E lui, il partner?
“Non posso dirlo. Bisognerebbe chiedere a lui.”
Mi faccia capire il suo rapporto col pudore.
“Sono riservata: Ma non pudica.”
Le scene erano lunghe?
“A me è sembrata un’eternità!”
Buona la prima?
“No. Abbiamo provata e girata quella scena parecchie volte.”
Poca gente, a guardare?
“Pochissima. Il set era blindato.”
Dove?
“A Capalbio.”
Preferisce essere diretta minuziosamente o improvvisare?
“Preferisco essere diretta. Capire bene e interpretare al meglio, come mi viene
richiesto.”
Le sue risposte sono molto asciutte. Provi a dirmi lei, com’è veramente Luisa Ranieri.
“Testarda, dolce quando le va, intelligente, leale. E anche molto curiosa.”
E l’erotismo cos’è?
“Curiosità.”
Far l’amore?
“Un modo, per due persone, di conoscersi. Un momento di verità.”
E la passione?
“Momenti di vita struggenti.”
Cosa deve avere un uomo, per conquistarla?
“ Eleganza e cultura. Qualità rarissime, specialmente tra i miei coetanei.”
Quindi…
“Cerco il meglio.”
E lo ha trovato? E fidanzata, oggi?
“Non ne parlo.
E’ innamorata?
“Non voglio parlarne.”
Curioso modo, per rispondere a un’intervista.
“Non ho predisposizione a parlare della mia vita privata, sentimentale. Mi sentirei un fenomeno da baraccone. Le ho già detto che sono riservata.”
Mi scusi, ma insieme con questa intervista apparirà un reportage abbastanza
audace.
“Le ho anche già detto che non sono pudica.”
Va bene, andiamo oltre. E’ gelosa?
“Molto gelosa degli affetti. Ma in modo razionale, senza scenate. Comunque, mai in
pubblico.”
Qual è la sua chance vera, quanto al fascino?
“La solarità.”
E c’è una parte di sé che detesta?
“Io penso di essere una persona semplice. Ma qualcuno dice che ho un
caratteraccio.”
Semplice perchè?
“Chiedo poco. Non sono capricciosa, rispetto gli altri.”
Una parte di lei che nessuno immagina?
“Una enorme tenerezza in alternanza con una enorme aggressività. Ma sono aspetti
di me che vengono fuori solo nell’intimità.”
E c’è una parte di lei che ha paura di scoprire, approfondire?
“C’è. Non credo di conoscermi a fondo. E penso anche, con paura, a ciò che potrebbe venir fuori…Dipende anche dal mestiere che faccio, un’attrice affronta ruoli molti diversi.”
Riecco il compiacimento!
“Compiacimento e paura.”
In amore è coinvolta più dalla mente o dalla fisicità?
“Ogni volta è diverso.”
Mi sembra una risposta falsa.
“L’attrazione fisica è il primo richiamo. Ma la mente ci vuole, sempre.”
Ha avuto molte storie sentimentali?
“Non ho avuto molti uomini. Solo tre storie importanti.”
Me ne parli, se vuole, pur nella sua riservatezza.
“La prima, una storia infantile. La seconda, un amore di crescita. La terza,
quella che mi ha spronato.”
Persone note?
“No, no. Al di fuori dello spettacolo. Persone normali, per fortuna mia e loro.”
Se le piace un uomo, se lo prende?
“Di solito, aspetto.”
Perché?
“Mi piace essere corteggiata. Prendere, arraffare, lo fanno quasi tutte.”
E allora?
“Lancio qualche piccolo segnale. Basta per far capire che la disposizione c’è.”
Ha un’attrice, come modello di riferimento?
“Due. Meryl Streep e Jody Foster.”
Un attore?
“Anthony Hopkins.”
Un regista?
“Kubrick.”
Legge?
“Poco. Ma ho ricominciato. Dai classici.”
Scrive?
“Per il mio diario. Cinque pagine al giorno, ogni giorno. Come in confessionale. E di
più.”
E qualcuno è autorizzato a leggere?
“Nessuno. Sono i miei pensieri più intimi.”
Mi interessa ancora sapere qualcosa di più dei suoi rapporti col nudo.
“Al mare sono sempre coperta. In biklini.”
Perché?
“La nudità è una cosa preziosa. Non si regala a chiunque. Non va commercializzata.
Si arriva al nudo quando si arriva all’intimità.”
Al cinema, come abbiamo detto, ha avuto la sua prima volta. E a teatro?
“Mi ero già spogliata. Ma all’interno di una storia, una nudità giustificata dal racconto.”
E le foto per Capital?
“Ho deciso di essere generosa con chi mi ammira.”
Mi sembra una risposta furba.
“E’ una risposta vera. Bisogna essere generosi. E mi sono mostrata sexy, come mai
in precedenza.”
Il massimo del piacere?
“Essere spalmata d’olio e massaggiata.”
Un sogno erotico?
“Ce l’ho, ma non lo dico.”
Perché?
“E’ il desiderio, che potrebbe apparire scandaloso, di un uomo.”
Ma io volevo chiederle di un sogno, erotico, nel sonno…
“Ci sono anche quelli, sì.”
Ricorrenti?
“No.”
Qualcosa che la erotizza, in particolare?
“L’odore.”
Perché la chiamano l’anti Ferilli?
“Rieccoci. Speravo che si fosse dimenticato!”
Perché sperava che mi fossi dimenticato?”
“Perché non mi piace essere definita, presentata come l’anti Ferilli. Con tutto il
rispetto, Sabrina è Sabrina e io sono io. Lei è romana, io napoletana: già questa è una diversità totale. E poi non mi piace il vezzo giornalistico del tipo chiodo scaccia chiodo… A chi la Ferilli e a chi l’anti Ferilli. E’ fastidioso per me, ma anche per lei, presumo.”
11-02