La Mazza, conduttrice con Frizzi in tv, rivela quale sarà il risultato e chi segnerà.
“Andrò allo stadio e mi sembrerà di essere a casa”
Valeria: scommettiamo che finisce 2-2
Il pronostico della top model: “Pareggio, con quattro gol dei miei amici argentini”
(di Cesare Lanza per Il messaggero, 29 aprile 2001)
Valeria Mazza, 29 anni, nata in Argentina a Rosario, occhi blu, capelli biondi, altezza 1,78, corpo da urlo, top model internazionale, conduttrice di “Scommettiamo che…” insieme con Fabrizio Frizzi.
Scommettiamo che… Valeria Mazza riesce a indovinare il risultato del derby?
«Perché?».
Specializzazione argentina. In campo manca solo lei. Tra Gabriel Batistuta e Hernan Crespo (e non si sa quanti altri campioni argentini in campo) almeno il calcio d’inizio spetterebbe a lei.
«E lo tirerei volentieri. Andrò allo stadio e mi sembrerà di essere a casa».
Allora scommettiamo che… «Va bene. Sarà una partita bella ed emozionante, con molti gol. Direi che finirà 2 a 2».
Scommettiamo che… indovina anche gli autori dei gol?
«Va bene. Doppietta di Batistuta per la Roma, Crespo e Simeone per la Lazio. Ma se indovino tutto voglio una pagina di complimenti».
A patto che dica per chi farà il tifo, intimamente. «Per tutte e due. Soprattutto per i miei connazionali».
Conosce tutti?
«Più o meno sì. Ci incontriamo all’aeroporto, al ristorante, per qualche occasione di lavoro. La maggior confidenza è con Crespo e Simeone, vicini di casa».
Scommettiamo che… Valeria indovina chi vincerà lo scudetto?
«Accetto. La città di Roma ha già vinto. Non importa se Roma o Lazio».
E la Juve?
«Con tutto il rispetto, ormai è Roma la capitale del calcio. In salsa sudamericana, argentina e brasiliana».
Il più grande calciatore argentino che ha conosciuto?
«Maradona, naturalmente».
Ed è vero, come si dice, che lei è una formidabile sportiva praticante?
«Formidabile non so. Però fino a sedici anni mi sono massacrata con il nuoto. Allenamenti stressanti, promettevo bene. Poi mi sono detta: Valeria, o vivi la tua vita o vai alle Olimpiadi. E ho deciso di lasciar perdere le Olimpiadi e vivere la mia vita».
Per la gioia di tutti noi, che ammiriamo la sua bellezza. «Grazie. Dopo l’addio al nuoto, comunque, mi sono consolata con l’hockey, il tennis, lo sci…».
Proviamo a fare una grande squadra di calcio con i personaggi televisivi con cui ha lavorato, gli amici… Lei che maglia si darebbe?
«La 10, naturalmente. E mi piazzerei in area di rigore».
Per distrarre gli avversari?
«Anche. Andiamo avanti. Michele Guardì nel suo posto naturale, allenatore, o regista, se preferisce, in campo».
E Fabrizio Frizzi?
«Prudente, saggio e protettivo com’è, in porta. In attacco, partner al mio fianco, Max Biaggi. Io distraggo i terzini e lui fila in gol».
Sta nascendo una buona squadra mi sembra.
«E non basta. Tomba, gagliardo, in difesa. Stopper: non passerebbe nessuno».
Quasi ci siamo.
«Magalli, con cui ho fatto una buona Domenica in, a centrocampo con Guardì, un motorino».
Non dimentica nulla?
«Tullio Solenghi, un buon terzino. Per far ridere gli attaccanti avversari e togliergli la concentrazione.
Mi sembra fatta.
«Alt. Mancano Pippo e Sabrina Ferilli. Come potrei lasciarli fuori? Sono i miei indimenticabili compagni del Festival di Sanremo. Pippo è il libero ideale, per giocare a tutto campo. Sabrina ala tornante, sulle fasce: con le curve che ha, chi riuscirebbe a fermarla?».
Riassumiamo.
«Frizzi in porta. Solenghi e Tomba in difesa, Pippo libero, a centrocampo Magalli e Guardì, io e Max Biaggi in attacco, Sabrina sulle fasce». Con un terzino e un altro centrocampista è uno squadrone convincente.
«Li troviamo. E poi c’è sempre Balthasar, mio figlio, 4 anni. Incontenibile. Pupillo di Beppe Signori, non so se mi spiego».
Scommettiamo che… questa squadra verrebbero in molti a vederla?
«Certamente. Il divertimento è assicurato. Potremmo organizzare un match di beneficenza, che mi sta sempre molto a cuore. Anche stasera, all’Olimpico, lanceremo un appello a favore di un ospedale romano».
Infine…
«Godiamoci questo derby. Sarà straordinario, me lo dice l’istinto. Voglio tanti gol e, mi raccomando, zero violenza».