L’AUTORE IN LIGURIA PER IL SUO FILM “LA PERFEZIONISTA”.
«LA TV OGGI? NEOREALISTA»
CESARE LANZA: «È LO SPECCHIO DELLA SOCIETÀ IN CUI VIVIAMO»
DI ALBERTO BRUZZONE
Questo film è la dimostrazione di quello che io considero l’assoluto non senso della vita». Così Cesare Lanza parla de “La perfezionista”, sildenafil la sua opera prima cinematografica. La pellicola verrà presentata in questo fine settimana in Liguria: oggi alle 17 a Santa Margherita Ligure (in via Belvedere 5), domani alle 17,30 ad Alassio (biblioteca sul mare “Renzo Deaglio”) e infine domenica alle 11 a Genova (al Teatro Cargo di Voltri).
Lanza, popolare autore televisivo, in passato è stato giornalista. Ha lavorato anche a Genova, per il “Corriere Mercantile”, oltre che per il “Secolo XIX” e per “Il Lavoro”. «Mi considero – afferma – un personaggio poliedrico e con quest’ultimo lavoro ho voluto esprimere me stesso attraverso il cinema».
Il film, uscito lo scorso ottobre, «non è stato trattato troppo bene dalla distribuzione. È stato su appena una settimana e non ha avuto la promozione adeguata. Ecco perché ho organizzato questo piccolo tour per farlo rivedere».
Interpretato da Aurora Mascheretti, Rinaldo Rocco e Sandra Milo, e prodotto da Cesare Lanza e il suo socio Lucio Presta, «racconta una storia d’amore, ma non troppo convenzionale».
Quale? «Giselda, la protagonista, ha tre vite diverse. La prima è quella dell’impiegata: segretaria perfetta nello studio di un avvocato. La seconda è quella privata: la forte passione che la lega ad Angelo, un musicista. Poi, un giorno, scopre la terza: un regista le propone la partecipazione a film erotici. Ho fatto un film difficile, non certo la commedia di Natale. Ma avevo voglia di spiegare che la vita può sempre riservare cose che non ti saresti mai aspettato».
«A quali altri progetti sta lavorando? «Sto scrivendo una commedia per il teatro e sto programmando la nuova stagione televisiva. Tornerò a scrivere “La talpa” e “Questa domenica”, entrambi per Paola Perego. Avrei dovuto lavorare ancora con Bonolis, ma non ha accettato di condurre nuovamente il Festival di Sanremo. Invece, mi sto occupando di scrivere un nuovo programma di prima serata ».
Si sente dire spesso che la televisione di oggi è senza idee. Lei cosa risponde? «Vengo regolarmente tirato dentro alla polemica sui reality. Direi quotidianamente. Sarà perché ho scritto sia “La talpa” che “La fattoria”, che sono due tra i più famosi. In genere, rispondo sempre in maniera provocatoria: i reality altro non sono che il neorealismo televisivo. C’è stato un neorealismo nel cinema, ora passa attraverso il piccolo schermo. La tv offre un quadro della società di oggi. Che alla fine, diciamoci la verità, è persino edulcorato rispetto a quello che accade nella realtà».
Il reality è un format ormai decennale. La tv cambierà ancora? «Il format del reality andrà sempre più estremizzandosi, forse anche in maniera preoccupante. E, per il momento, non credo che nessun altro mezzo di comunicazione, Internet compreso, sia in grado di soppiantare il piccolo schermo».
Per chi le piacerebbe realizzare un programma? «Sogno un gran varietà con Fiorello, Paolo Bonolis, Piero Chiambretti e Fabio Fazio. Tutti insieme. Sono quattro conduttori unici, con dei tempi straordinari».
Chi vedrebbe bene, sul palcoscenico di Sanremo? «Non ho nessun dubbio: Fiorello. Anche perché è il più completo di tutti. Sa presentare, ballare, cantare. Ma anche questo mi sa che è un sogno. Il rischio per questi grandi personaggi è la sovraesposizione. In una tv come quella di oggi, se compari troppo ti bruci. Devi concederti a piccole dosi. Guardate Celentano: fa un’ospitata all’anno e un programma ogni quattro».
Tra le donne? «Lavoro benissimo con Paola Perego. E non penso proprio che potrei “tradirla”. È puntuale e meticolosa. Come piace a me».
Ricordi di Genova? «Una città nella quale ho vissuto parecchio e che mi ha dato grandi opportunità, dal punto di vista lavorativo. Che dire? Le sono grato».
CORRIERE MERCANTILE, 22-05-09