CESARE LANZA : “NELLA MIA ACCADEMIA NASCONO GLI AUTORI TIVU’ DI DOMANI”
Ha da poco festeggiato i suoi primi cinquant’anni di carriera giornalistica e ora la sua vasta esperienza è a disposizione dei giovani. Il giornalista apre le porte del suo Studio 254, centro per giovani alenti che sognano di lavorare con i “grandi”del piccolo schermo.
DI ERIKA CATTO
Roma – Cesare Lanza è uno tra i personaggi più poliedrici del panorama televisivo italiano. Giornalista, thumb autore Tv, scrittore e, ora, anche regista (nelle sale fino a qualche settimana fa il suo primo film La Perfezionista), due anni fa ha festeggiato i suoi cinquant’anni di giornalismo. Dopo i suoi primi articoli scritti all’età di quattordici anni, è stata un’autentica escalation. Unicum da fare invidia.
Prima direttore di alcuni quotidiani, poi il passaggio alla Tv dove, negli Anni Novanta, firma come autore e opinionista le sette edizioni di Domenica In e l’edizione 2005 del Festival di Sanremo di Paolo Bonolis. Ma non solo Rai, anche Mediaset (Buona Domenica), libri e gioco d’azzardo: Lanza è infatti considerato il maggiore esperto italiano di gioco d’azzardo, tant’è che sull’argomento ha pubblicato una decina di libri tra cui “La carta più alta”.
Innamorato della vita tanto da esorcizzare un infarto che lo ha colpito in estate con la frase «Voglio morire quando lo decido io», ci parla della sua Accademia Studio 254, un centro per giovani talenti e professionisti con il desiderio di arricchire la propria carriera.
Perché ha deciso di aprire un’accademia di spettacolo e comunicazione?
«Ricevo molte lettere da parte di giovani, che giurano di avere una vocazione in merito, ma sono pessimisti perché sono convinti che per far carriera siano indispensabili forti raccomandazioni. Questo è, purtroppo, vero. Ma chi ha davvero una vocazione può farcela con l’umiltà, la forza di volontà e il desiderio di imparare. L’Accademia nasce proprio con questo intento e chi volesse iscriversi può farlo scrivendo al mio indirizzo email: cesare@lamescolanza.com, leggo e valuto tutto. A gennaio 2009 lanceremo nuovi corsi».
Si investe abbastanza sui giovani?
«È preoccupante che i migliori rischino di restare al palo e che la sfiducia blocchi ogni speranza. Ho scritto che il governo dovrebbe dare un segnale forte. La proposta? Assumere, in Rai, azienda considerata, vero o falso che sia, il traguardo di molti raccomandati politici, dei giovani sulla base delle loro qualità».
Colpi di fortuna e raccomandazioni Che idea si è fatto dei ragazzi che frequentano l’Accademia o di quelli che scrivono sul suo blog?
«Hanno esperienze differenti, alcuni sono già giornalisti, altri hanno alle spalle lavori interessanti. Eppure, tutti hanno deciso di mettersi in discussione e provare a seguirmi in questo percorso».
Quanto conta il talento?
«Non ho mai conosciuto geni incompresi. Se c’è davvero talento, prima o poi si trova la propria strada, con enorme soddisfazione, aggiungerei».
Parliamo del colpo di fortuna o della raccomandazione?
«Il colpo di fortuna è diverso dalla raccomandazione. Il primo consiste nel riuscire a trovarsi pronti al momento giusto, la seconda, invece, è una sorta di resa al destino. Per qualcuno può anche funzionare, ma se non c’è talento alla fine ci si arena sempre».
In quale direzione sta andando l’informazione oggi?
«L’Italia accusa una situazione allarmante e la spiegazione è semplice: non esistono più editori interessati all’editoria come al loro unico business. Oggi dietro giornali e telegiornali ci sono banche, finanzieri e imprenditori obbligati a perseguire, accettare o subire politiche e strategie. Risultato? Anche l’informazione è distante anni luce dalla realtà d’ogni giorno, dalla gente».
Quale tipo di consigli darebbe ai suoi allievi?
«Individuare bene la loro vocazione, avere umiltà di imparare e soprattutto credere in se stessi».
Quali sono i principi base del buon giornalista o di un autore Tv?
«Da libertario, sono convinto che tutto sia opinabile, ma ci sono quattro riferimenti che ho sempre presenti: il mandato che ricevo dall’editore, il pubblico, le leggi, la mia coscienza».
Se un giovane possiede un po’ di talento qual è la strada più breve per emergere?
«Non ci sono scorciatoie. Studiare e fare gavetta. Anche talenti assoluti come Paolo Bonolis o Fiorello hanno dovuto fare tanta gavetta perché il loro indiscusso talento fosse da tutti conosciuto».
Quanto impiega per capire se una persona ha talento o meno?
«Posso essere presuntuoso? Riesco a capirlo anche da una semplice e-mail».
Nella sua carriera ha avuto modo di lavorare con tante persone. Con chi si è trovato meglio?
«Ho lavorato sempre con persone splendide, ma è noto il mio debole per le donne. Comunque, i più bravi e preferiti sono quelli con cui lavoro, in caso contrario non ci lavorerei: Paolo Bonolis e Paola Perego».
VERO, 09-12-08