CESARE LANZA A RUOTA LIBERA SU DM: DALL’INGRATO GILETTI ALLA “NUMBER ONE” PAOLA PEREGO
di Davide Maggio
Cosentino, treat 66 anni. Giornalista, scrittore, autore televisivo, regista cinematografico e, orgogliosamente, esperto di gioco d’azzardo.
Poco più che trentenne è già ai vertici del quotidiano genovese Il Secolo XIX. Da quel momento, la sua carriera è passata attraverso la direzione di importanti testate sino alla consacrazione come autore televisivo quando, nel 1999 prende in mano le redini di Domenica In. Il 2005 è segnato dalla nascita di un indissolubile sodalizio artistico con Paolo Bonolis che si protrarrà negli anni e culminerà, da ultimo, in una gloriosa edizione del Festival di Sanremo. Attualmente è capo autore del talk show “Questa Domenica” e del reality “La Fattoria“.
Tutto questo, e molto altro, è Cesare Lanza che ha deciso di raccontarsi sulle pagine di davidemaggio.it.
Vuol ricordare il suo debutto nei panni di autore?
Quasi trent’anni fa in una televisione genovese, order Telebuongiorno: “Cinque minuti con Cesare Lanza”, mi scrivevo il testo di un commento sul fatto del giorno.
Quando pensa ad un programma tiene a mente 4 pilastri : il pubblico, la legge, l’editore e la coscienza. Come si comporta quando i desideri del pubblico cozzano con la sua coscienza?
Temporalmente, gli impulsi della mia coscienza vengono prima. Una volta mandato in scena il programma, il giorno dopo, alla fatidica ora delle dieci del mattino (un Garcia Lorca di oggi privilegerebbe questa ora della mattanza, rispetto alle cinque della sera) arriva il giudizio del pubblico e non solo io, ma tutte le persone di buon senso cercano di analizzarlo e tenerne conto.
Lei passa con disinvoltura dalla tv impegnata del “Senso della vita” a quella più leggera di “Questa domenica” e “La Fattoria”. Come fa?
Se vogliamo giocare a Dottor Jeckyll e Mister Hyde, la vera contrapposizione è tra un film come “La perfezionista” (aspro, crudo, pessimista, difficile) e la televisione. Forse ho due anime. O forse, semplicemente, ci sono motivazioni alimentari e altre, nascoste, più spirituali. Mi definisco un pessimista di fondo di indole quotidiana molto ludica.
In che misura i gusti del pubblico hanno indirizzato il nuovo corso della tv?
In maniera decisiva perchè produzioni e autori cercano i percorsi più facili, mentre il pubblico dimostra di approvare anche performances più difficili e imprevedibili (come la lettura di Dante da parte di Benigni).
Quanto incide, invece, la politica nella televisione?
Nel riempire molti programmi di belle raccomandate e di inutili sciocconi. E nel lasciare le leve di comando a molti zelanti funzionari, che non capiscono e non vogliono capire nulla di televisione.
C’è un programma che per Lei rappresenta il giusto compromesso tra “desideri del pubblico” e una linea editoriale più rigida?
“Il senso della vita”, una invenzione di Paolo Bonolis. Potrebbe andare in prima serata, con qualche aggiustamento e ospiti sempre all’altezza.
In televisione, ci sono personaggi (e dunque trasmissioni) più attaccabili di altri?
Certo. Lei non mi chiede nomi, e comunque non ne farei perchè, a prescindere, rispetto il lavoro di tutti. Mi espongo solo in prima persona: ricevo attacchi feroci da critici, che vorrebbero dare insegnamenti per il lavoro che faccio, senza pensare a far bene il loro. La mia televisione spesso è definita “trash”. Uno stupido ritornello, in realtà si tratta di intrattenimento nazionalpopolare che è ben accolto da milioni di persone (offese, con me, da questo tipo di critica). Trash, cioè spazzatura sono in realtà gli eccessi e le evasioni, le “distrazioni” e le persecuzioni nei telegiornali e nei programmi politici – che dovrebbero occuparsi di argomenti fondamentali per la nostra vita sociale. Rarissima è la spazzatura, nel divertimento. Ma è più facile attaccare chi produce divertimento (ricordate le critiche pregiudiziali al festival di Sanremo?) rispetto a chi è legato in qualche modo alla politica e alle stanze dei bottoni.
Se potesse liberamente scegliere un cast tutto nuovo per “Questa domenica” con l’unico vincolo di non portare con sé gli attuali conduttori, a chi affiderebbe il contenitore domenicale di Canale5?
E’ una lista lunga. Primi nomi, Mara Venier e Maria De Filippi. Oppure dividerei in spezzoni, come feci alla mia ultima “Domenica in”, con Mara e Giletti e altri. Quindi andrei su Amadeus, Federica Panicucci, Stefania Orlando, Malgioglio, alcuni ragazzi del Grande Fratello (Floriana è una fortissima opinionista, vorrei rifondare Lina Carcuro come commediante napoletana, Milo e Mercandalli sarebbero due buoni antagonisti), recupererei intramontabili come Sandra Milo, la povera Isabella Biagini, ecc… Lancerei qualche giovanissimo e riproporrei alcuni ex dominanti. Tanti nomi nel carnet, per un mix, un circo di sapore felliniano, grottesco e intrigante, lo specchio neanche tanto deformante della nostra vita quotidiana. Se invece fossi un dirigente con possibilità decisionali, proporrei a Bonolis di riprendersi la domenica, oppure punterei sul giornalismo a 360 gradi, un rotocalco condotto da Alessio Vinci, bravissimo. Ho molta stima anche per Michele Cucuzza, gran professionista, camaleontico.
Il Festival di Sanremo è stato un trionfo. Bonolis ha già anticipato che il prossimo anno non ci sarà. Lei, invece, ci tornerebbe?
Non credo che potrei accettare un Festival che non sia legato a Bonolis. Il nostro gruppo di lavoro è molto unito, suscita invidie anche per questo perchè amicizia e lealtà non sono qualità diffuse. Paolino mi ha richiamato, dopo il 2005, e io non cercherei altre strade.
Cesare Lanza non sopporta gli arroganti che credono di poter manovrare come pedine.Qual è il confine tra l’essere un aziendalista e il diventare una pedina?
I diritti, stabiliti dal buon senso ancor prima che dalle leggi. Tu sei libero di fare ciò che ti spetta, io ho lo stesso diritto. Senza invasioni di campo da una parte o dall’altra.
C’è un programma del quale le piacerebbe, o le sarebbe piaciuto, essere autore?
Se, e sottolineo se, non avessi senso di appartenenza a questo gruppo, mi piacerebbe aver lavorato con Celentano e con Fiorello: con Bonolis, sono prove dell’esistenza di Dio (per chi ci crede).
Qual è il collega con cui ha lavorato meglio? E quello con cui è andato meno d’accordo?
Scancarello, che io definisco “il centrocampista”, è un amico e un professionista formidabile. Sergio Rubino è un talento esploso e ancora inesploso. Barbara Cappi è una delizia. Ma la lista sarebbe lunga: mi piacciono quelli che fanno gruppo, come Marco Luci, Nini Santoro, Giovanni Filippetto, Silvia Zavattini, Ivano Balduini, Tommaso Marazza… Non mi piacciono gli egoisti, gli individualisti, i presuntuosi.
Cosa pensa del recente passaggio di personaggi del calibro di Fiorello, Cuccarini e Panariello a Sky Uno?
Sky è una realtà dirompente, come lo fu Silvio Berlusconi agli inizi. Si tratta solo di capire o non capire, accettare o lottare contro i mulini al
vento.
“La perfezionista”, film che segna il suo debutto come regista, tratta un tema fortemente attuale come l’eutanasia. Nonostante lodevoli recensioni, la pellicola è stata penalizzata da una distribuzione non all’altezza. E’ previsto un rilancio?
Sta avendo un certo successo nelle rassegne e nei cineclub. Poi andrà in televisione.
Lo “Studio 254”, accademia per aspiranti lavoratori dello spettacolo, la vede impegnato proprio in questi giorni nel lancio di un nuovo corso: “Nuovi personaggi per la tv”. Cosa consiglia a tutti quei giovani che sono in procinto di tentare la scalata nel mondo dello spettacolo?
Come diceva Benedetto Croce: studiate, studiate, studiate.
Massimo Giletti: lei inventò per lui, a “Domenica in”, il format L’Arena. Non sembra che il conduttore di Raiuno gliene sia grato…
Non mi aspetto mai gratitudine, è il sentimento del giorno prima. Correttezza, sì. Litigai perfino con la mia adorata Maruzzella Venier (sbagliando) che voleva gestire quel pezzo di trasmissione, per darlo a Giletti. Il motivo era semplice: Mara, una fuoriclasse, poteva (e può) fare qualsiasi cosa, Massimo, no. L’Arena è l’unica cosa che poteva (e può) fare, con qualche possibilità di successo. E’ un vecchio genere, inventato dal grande Funari (”A bocca aperta”) e l’avevo semplificato a sua misura, lui è imparagonabile con Gianfranco. La scorrettezza sta nella gestione parassitaria e ipocrita che Giletti fa di quello spazio: finge di scandalizzarsi e di fustigare programmi di notevole successo e intanto li manda in onda, scegliendo i pezzi di maggior ascolto, per succhiare il sangue dei successi altrui. Domanda elementare per Massimo, edificante paraculo, moralista in caso di bisogno: se si indigna tanto, perchè li ri-trasmette a ufo, proponendoli al pubblico della domenica pomeriggio? Per fare ascolto, saccheggiando i successi altrui.
E dunque?
Se fossi ancora il suo autore… No, no: dopo averlo conosciuto bene non accetterei più di esserlo. Il guaio è che alla mia veneranda età sono cascato nei suoi trucchetti di pubbliche relazioni: a Sanremo mi ha lasciato un biglietto affettuoso in albergo e ho pensato, sta’ a vedere che è cambiato, così gli ho risposto gentilmente. E lui, dopo una settimana, di nuovo chiagne e fotte, fustiga e succhia il sangue. Vabbè. Chi gli sta vicino dovrebbe dirgli: Massimuccio, non tingerti i capelli con quel colore rossiccio che mette i brividi, non fare il ragazzotto che mette le dita nella marmellata… ormai sei un cinquantino attempato, prova finalmente a fare un programma tuo, prova, Massimuccio, a misurarti con idee tue, fattene venire almeno una nella vita! E comunque, gli siamo grati. La sua ex fidanzata, Giada, si è talmente disincantata da averci chiesto, dopo averlo lasciato, di venire a lavorare nel nostro gruppo: si è rivelata un elemento prezioso.
Molto spesso il suo gruppo è accusato di essere un “clan” chiuso…
L’invidia è diffusa. C’è una squadra compatta, il riferimento è Lucio Presta che primeggia perchè sa tutelare a meraviglia i suoi assistiti, da Benigni a Bonolis a Paola Perego a Mara Venier, con un elenco che non finisce più. Siamo una squadra compatta, affiatata, con rapporti personali di lealtà e amicizia. Nessuno riesce a incrinare questi rapporti, perciò qualcuno rosica.
Un giudizio su Paola Perego.
Number one. Antidiva, professionista impeccabile. Nervi di acciaio. Lombarda laboriosissima, la prima ad arrivare, l’ultima ad andarsene dal posto di lavoro.
Il nostro blog è noto per le sue anticipazioni televisive: a questo punto ci piacerebbe conoscere la prossima sfida di Cesare Lanza.
Vorrei fare un film o una fiction (o un programma) cattivissimo: ciò che tutti pensano e nessuno dice. Ma chi me lo farà fare? (In tutti e due i sensi: che giovamento ne avrò? e chi sarà disposto a darmi i mezzi per farlo?)
Testo raccolto da Tommaso Martinelli
DAVIDEMAGGIO.IT, 24-03-09