(di GIULIANO BALESTRERI, sildenafil Repubblica) Coldiretti chiede aiuto al governo contro la fine del regime lattiero: si teme l’invasione straniera e il crollo dei prezzi. In 30 anni è esploso il costo al consumo, mentre quello alla produzione è rimasto stabile. Il ministro: “Lavoriamo sulla qualità
MILANO – Coldiretti saluta la fine del regime delle quote latte con una manifestazione a Roma che suona come un grido d’allarme per il settore: “Solo 1 stalla su 5 è sopravvissuta, dopo 30 anni in Italia ci sono solo 36mila allevamenti, prima erano 180mila” si legge nel Dossier sull’attuazione delle quote latte in Italia. “La fine del regime delle quote latte deve anche essere l’inizio di una nuova stagione” ha detto il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina: “In questi anni abbiamo pagato a Bruxelles 4,5 miliardi di euro, è stata una partita gestita dalla vecchia politica in maniera scandalosa che ha speculato su questa vicenda promettendo soluzioni facili. Noi ora abbiamo il dovere di offrire una parole di verità su questa vicenda costata a ciascun italiano oltre 70 euro procapite. Il Parlamento dovrebbe aprire una commissione d’inchiesta”.
L’inchiesta. L’Europa dice addio alle quote
A preoccupare gli allevatori, però, è soprattutto il futuro: la produzione lattiere in Europa potrebbe aumentare del 6% l’anno “con il rischio di una vera invasione straniera in Italia dove si importa già quasi il 40% dei prodotti lattiero caseari consumati” denuncia Coldiretti secondo cui “tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”. Una situazione che combinata con la dinamica dei prezzi rischia di mettere definitivamente in ginocchio il settore: nel 1984, all’inizio del regime delle quote, il latte veniva pagato in media agli allevatori 0,245 euro al litro mentre i consumatori lo pagavano 0,40 euro al litro (780 lire). “Oggi – dice Coldiretti – il prezzo del latte fresco moltiplica più di quattro volte dalla stalla allo scaffale, con un ricarico del 317% con il latte che viene pagato agli allevatori in media 0,36 centesimi al litro mentre al consumo il costo medio per il latte di alta qualità è di 1,5 euro al litro. Il prezzo pagato agli allevatori è aumentato di poco più di 10 centesimi mentre il costo per i consumatori è cresciuto di 1,1 euro al litro”.
Sulla denuncia di un rischio di invasione di latte dall’estero Martina ha risposto che “la concorrenza estera già c’era, ma ora, con questo passaggio, dobbiamo attrezzarci bene, fare più squadra, lavorare per rafforzare l’export grazie alla distintività del nostro latte che nelle prossime settimane arriverà sugli scaffali di vendita con il nuovo logo 100% italiano: 35 mila allevatori sono un tassello indispensabile e c’è bisogno di tutelarli con un reddito adeguato. Nel medio scenario vedo grandi opportunità ma già ora abbiamo ottenuto 100 milioni di euro per il settore con la legge di stabilità ultima, rafforzeremo inoltre i nostri formaggi Dop, porteremo nel 2016 il latte nelle scuole, e stiamo riorganizzando la filiera attraverso l’interprofessione e la riforma del contratto; il tema dell’interprofessione è importante come lo è l’azione dell’Antitrust. Per quanto riguarda le multe dobbiamo fare il punto sull’ultima campagna per la quale però abbiamo già ottenuto da Bruxelles la rateizzazione senza interessi per eventuali multe, dopodiché – ha conluso Martina- le regole vanno rispettate e noi non siamo quelli che metteranno la polvere sotto il tappeto”.
A livello politico sul fronte delle multe, Martina, rivendica di aver fatto – con il governo – in dieci mesi ” quello che non è stato fatto in dieci anni. La Lega Nord ha speculato sugli allevatori, ma ha messo in crisi il sistema. Noi stiamo aiutando le filiere. Salvini dovrebbe chiedere scusa”.