Se andate a bussare alla porta di una nuova impresa, in un caso su tre alle sue spalle trovate un giovane di meno di 35 anni. Secondo Unioncamere infatti si deve ai giovani la creazione di quasi un nuovo business su tre, stando ai dati del Registro delle Camere di commercio aggiornati alla fine di giugno: si contano in tutto 551.761 imprese giovanili.
“Tra aprile e giugno, i giovani imprenditori dello Stivale hanno messo a segno un saldo di 18.659 unità in più tra aperture e chiusure di imprese, pari al 60% dell’intero saldo del periodo. Nel complesso, il peso dell’imprenditoria giovanile sul totale delle imprese è del 9,1% ma, se si guarda alle iscrizioni di nuove imprese, il ruolo dei giovani imprenditori appare determinante ad assicurare il ricambio della nostra base produttiva. Tra aprile e giugno, infatti, le imprese di under 35 hanno rappresentato il 30,8% di tutte le iscrizioni di nuove imprese ai registri camerali”, dice una nota di Unioncamere e InfoCamere.
Dove scommettono i giovani in particolare? L’incidenza più elevata di imprese giovanili si trova nei servizi per edifici e paesaggio (pulizie e giardinaggio), dove gli under 35 hanno una quota del 14,6%, le altre attività di servizi per la persona (tra cui lavanderie, parrucchieri, centri benessere) dove sono il 14,3% e le attività dei servizi di ristorazione (13,9%).
Come già emerso in passato, al Sud si trova una concentrazione maggiore di baby imprenditori. “La Calabria è la regione in cui le imprese giovanili rappresentano la quota più elevata sul totale (il 12,8%), seguita a ruota dalla Campania (12,6%) e dalla Sicilia (11,8%). In valori assoluti, la classifica della crescita nel II trimestre del 2018 è guidata dalla Campania (+3.004 imprese guidate da ‘under 35’), seguita da Lombardia (+2.341) e Lazio (+2.082)”.
Se il patrimonio è fragile dal punto di vista finanziario, con “la quota di imprese under 35 con capitale sociale superiore ai 10mila euro” che è nettamente inferiore alla media, buoni riscontri arrivano dal fatto che l’imprenditoria giovanile vede una presenza maggiore di imprese femminili (il 28,9% contro una media generale del 21,9%) e della componente straniera di provenienza extraUE (il 15,9% contro il 7,7%) rispetto alla media generale.
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