Da qui la necessità, spiega l’esponente azzurro, di un’adeguata legislazione dell’attività di tatuaggio e piercing, con particolare attenzione alla professionalità di chi esegue il tattoo: «Ormai il tatuaggio è una pratica molto diffusa. Credo che sia molto importante che ci sia una normativa che salvaguardi il cittadino sul fronte della salute, creando una figura professionale e competente che sia controllata sotto l’aspetto igienico-sanitario per ovvii motivi».
Una figura, precisa, «formata a questa pratica, per evitare il fai da te e che sappia usare le sostanze sedimentanti, evitando quelle tossiche, che sul mercato, purtroppo, sono molto diffuse». Il testo, che ha primo firmatario Mandelli, è composto da 13 articoli. Con il primo articolo, spiega il forzista, «vengono definite le attività di tatuaggio e piercing, mentre quello successivo stabilisce che le Regioni, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, provvedano ad emanare apposite linee guida per organizzare i corsi di formazione obbligatori per abilitare tatuatori e piercer». La «durata complessiva di ciascun corso non può essere inferiore a 150 ore di insegnamento e deve comprendere sia una parte teorica che pratica».
Con «provvedimento regionale successivamente», continua Mandelli, sarà anche istituito «un albo per tatuatori e piercer». Per fare tattoo e piercing sarà necessaria una «segnalazione certificata di inizio attività». L’articolo 4, in materia di obblighi e divieti, stabilisce che i «minori di 18 anni hanno bisogno del consenso di uno dei genitori e comunque devono aver compiuto 14 anni.» Unica eccezione, il piercing al lobo dell’orecchio, che «è consentito ai minori previo consenso di uno dei genitori».
Con l’articolo 5 vengono conferite alle aziende sanitarie locali le attività di vigilanza e di controllo sulle attività di tatuaggio e piercing, che possono essere effettuate anche in cooperazione con l’Istituto superiore di sanità. L’articolo 6 definisce tutte le sanzioni pecuniarie relative ai divieti, ove i fatti non costituiscano reato. Attraverso le entrate derivanti dalle sanzioni vengono finanziate le attività ispettive.
Ilmessaggero.it