Se la domanda di chip di memoria si conferma solida, i tre mesi chiusi a giugno dicono della difficoltà di risvegliare le vendite di cellulari. Una china pericolosa in un mercato che fa i conti con i primi rallentamenti dopo anni di crescita tumultuosa, e soprattutto con i rivali come Huawei e Xiaomi che sono sempre più agguerriti e in grado di rubare quote di mercato, per altro con mire anche sul business degli schermi.
Paul Swiercz, professore di management alla George Washington University, alla Bloomberg ha commentato questa fase di mercato annotando che “i consumatori stanno perdendo le certezze sul fatto che le nuove generazioni di smartphone siano effettivamente più smart” di quelle nelle loro tasche, togliendo così loro l’incentivo a pagare prezzi significativi per strumenti che sembrano ormai aver raggiunto un livello di prestazioni tale da immaginare con difficoltà che possano realmente essere incrementate tato da giustificare costi così elevati.
Samsung ha registrato utili operativi di 14.900 miliardi di won, su vendite di 58,5mila, confermando i numeri anticipati a inizio mese. Per altro, sia il peso del cambio che il conto pagato al Fisco (28% di aliquota sull’utile ante-imposte, cinque punti sopra l’anno scorso), hanno influito negativamente sulle ultime righe di bilancio. La presenza di rivali agguerriti come Huawei ha limitato la crescita della divisione degli smartphone, che ha registrato utile operativo di 2.700 miliardi, contro i 4.100 di un anno prima.
Se le vendite totali sono diminuite del 4,1% su base annua a 58.480 miliardi di won, la divisione mobile della società è stata particolarmente colpita, con ricavi che sono scesi del 22% nello stesso periodo. “I ricavi del secondo trimestre sono diminuiti a causa delle vendite più deboli di smartphone e display”, ha ricostruito Samsung. Le deboli vendite dello smartphone di punta, il Galaxy S9, hanno spinto al ribasso i guadagni, ma la robusta domanda di Tv premium per il crescente interesse per la Coppa del Mondo di calcio appena conclusa nel 2018 ha contribuito a incrementare il profitto operativo del 6%, insieme con le vendite dei chip di memoria.
“Il segmento dei chip” di memoria, ha commentato all’agenzia Usa Claire Kim di Daishin Securities, “rimane la gallina dalle uova d’oro per Samsung, ma i tempi d’oro potrebbero esser finiti per i suoi cellulari”. L’azione ha registrato un calo inferiore all’1% dopo i risultati, portando la perdita da inizio anno intorno ai nove punti percentuali, dopo i record del 2017. Intanto la rivale Apple, in attesa dei conti, flirta a Wall Street con una capitalizzazione di mille miliardi di dollari.
Repubblica.it