Circa 6 utenti su 10 sono consapevoli del fatto che le loro azioni online generano dati che possono essere utilizzati per analizzare e prevedere i loro comportamenti, e appaiono anche informati dell’elevato grado di pervasività che il meccanismo di raccolta dei dati può raggiungere, ad esempio, sulla geo-localizzazione e sull’accesso di diverse app a funzionalità come la rubrica, il microfono e la videocamera, nonché delle possibilità di sfruttamento dei dati da parte delle imprese che li raccolgono. Sono questi alcuni dati che emergono dall’indagine sui Big Data, condotta congiuntamente da Agcom, Antitrust e Garante Privacy. Emerge anche che esistono spazi di miglioramento per accrescere la consapevolezza degli utenti, infatti: la maggioranza degli utenti legge solo in parte le informative (54%) o non le legge affatto (33%); gran parte degli utenti dedica un tempo limitato alla loro lettura; un’ampia maggioranza del campione considera che le informazioni fornite possono risultare poco chiare.
Ansa