Il diplomatico di 63 anni ha rischiato essere nominato ministro già nel governo di Monti. Adesso potrebbe essere la figura di convergenza tra la Lega e il Movimento 5 Stelle
Nel gioco del toto-premier adesso spunta Giampiero Massolo. Il diplomatico di 63 anni ha rischiato essere nominato ministro già nel governo di Monti.
Adesso potrebbe essere la figura di convergenza tra la Lega e il Movimento 5 Stelle. Nato a Varsavia, laureato in Scienze Politiche, è stato prima dirigente alla Fiat e poi è entrato in carriera diplomatica nel 1978.
Dal 1980 al 1982 ha prestato servizio nell’ ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, collaborando alla trattazione delle questioni di natura politica e curando specificamente il settore culturale e della stampa. Primo segretario nel settore commerciale dell’ambasciata d’Italia a Mosca dal 1982 al 1985, Massolo ha seguito in modo particolare – nel periodo dalla scomparsa del leader sovietico Leonid Brezhnev all’avvento del presidente dell’Urss Mikhail Gorbaciov – gli aspetti politico-economici dell’evoluzione della realtà sovietica, con i relativi riflessi sui rapporti dell’Urss con l’Italia, con gli altri paesi occidentali e con quelli dell’Europa orientale. Per i tre anni successivi, fino al 1988, Massolo è alla rappresentanza permanente presso la Comunità Europea a Bruxelles dove ricopre l’incarico di portavoce della delegazione italiana nei gruppi di lavoro del Consiglio dei ministri Cee competenti per la politica dell’ambiente e per la politica dell’energia. Contemporaneamente coordina il settore degli aiuti di Stato e della politica industriale.
Varcò la soglia di Palazzo Chigi nel 1990 nell’ufficio diplomatico con Giulio Andreotti premier. Poi fu consigliere diplomatico di Lamberto Dini e fu nominato da Silvio Berlusconi premier capo della segreteria particolare del capo del governo. Una carriera piena di incarichi. Come quello di ambasciatore di rango e di segretario generale della Farnesina durante il secondo governo Prodi.
Nel 2012 è andato alla direzione del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) in sostituzione di Gianni De Gennaro rimanendo a capo degli 007 per quasi quattro anni, prima di diventare presidente dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, e poi di Fincantieri (dal 2015).
Nico Di Giuseppe, il Giornale