Dopo aver visto il leader nordcoreano Kim Jong-un, la delegazione della Sud Corea riparte per gli Stati Uniti per consegnare un «imprecisato messaggio» al presidente Trump
Gli inviati speciali del presidente sudcoreano Moon Jae-in, tornati ieri dalla missione di due giorni a Pyongyang, ripartiranno domani per gli Usa per una visita di altri due giorni per riferire i risultati dei colloqui avuti col leader nordcoreano Kim Jong-un. Secondo alcuni funzionari dell’ufficio presidenziale citati dalla Yonhap, la delegazione guidata ancora da Chung Eui-yong, advisor sulla sicurezza di Moon, e con Suh Hoon, capo dell’Intelligence, consegnerà un «imprecisato messaggio» dello Stato eremita.
Il viaggio a Pyongyang
Il viaggio concluso a Pyongyang ha portato a risultati giudicati «eccezionali» da molti osservatori a causa delle inconsuete e ampie concessioni fatte da Kim, tra cui la proposta di un terzo summit intercoreano tra leader al villaggio di confine di Panmunjom prima della fine di aprile. Ieri Chung, in un brefing con i media, ha riferito che Kim ha espresso con chiarezza la volontà di avviare colloqui con gli Usa, aprendo alla denuclearizzazione e offrendo la «moratoria» sullo sviluppo di nucleare e missili per far partire un dialogo stabile con Washington. E Trump, in serata, ha detto di credere che il Nord fosse «sincero». Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha però affermato di credere sia «ancora troppo presto per essere ottimisti» sugli sviluppi dei rapporti col Nord e sul processo di denuclearizzazione. «Siamo solo alla linea di partenza», ha aggiunto incontrando i leader dei 5 principali partiti politici alla Blue House, la sede della Presidenza, nel resoconto della Yonhap. «Siamo adesso a un punto molto critico negli sforzi per stabilire la pace e la denuclearizzazione nella penisola», ha proseguito.
In Cina e Russia
«Non possiamo rivelare tutto ai media, ma noi abbiamo altre vedute della Corea del Nord che consegneremo agli Usa durante la visita», ha detto Chung. Dopo gli Usa, la delegazione si dividerà: Chung andrà in Cina e Russia, mentre Suh in Giappone. Gli altri Paesi del Tavolo a Sei sul nucleare nordcoreano, in stallo da dicembre 2008, saranno così informati degli sviluppi con l’obiettivo di far ripartire il negoziato.
La Stampa