Attentato New York / Per la polizia: “L’attentatore ha agito in nome dell’Isis”
2 Novembre 2017
Il giorno dopo l’attacco a New York vicino al World Trade Center in cui sono morte otto persone (almeno 11 i feriti), l’America cerca una ragione, oltre al colpevole. Il vice commissario del New York Police Department John Miller spiega in conferenza stampa che Sayfullo Saipov, il 29enne uzbeko che al volante di un pick-up ha falciato le sue vittime su una pista ciclabile, è entrato negli Stati Uniti nel marzo del 2010 con un visto del Diversity Immigrant Program, come confermato anche dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale. Saipov aveva noleggiato il mezzo un’ora prima dell’attentato e all’interno dell’abitacolo sono stati rinvenuti diversi coltelli. Ferito e catturato dalla polizia, è stato interrogato nel letto al Bellevue Hospital.
E’ emerso che l’uomo pianificava l’azione da quasi un anno e ha agito “in nome dell’Isis”. Avrebbe preparato l’attacco seguendo istruzioni diffuse in rete dallo stato islamico e nel suo pc sono state trovate migliaia di immagini e decine di video legate al califfato. Gli inquirenti lo hanno definito “consumato dall’odio e da un’ideologia distorta” e in ospedale avrebbe chiesto di appendere una bandiera nera. Ferito da un poliziotto-eroe durante la cattura, è poi apparso in un tribunale federale di New York su una sedia a rotelle. E’ accusato di terrorismo, strage e aiuto materiale allo stato islamico ed era in contatto con almeno altre due persone.