La società piemontese, 187 milioni di euro il fatturato stimato per fine anno, ne ha investiti due solo per il concept bolognese e il nuovo progetto di pasticceria premium con cui conquistare nuovi mercati e l’ora del tè. «Proporremo un prodotto artigianale con metodo industriale a partire dall’imballaggio: vaschette studiate in base alle pedane dei pallet, perché sono prodotti da esportazione. All’interno il meglio della tradizione glocal Piemontese», spiega a ItaliaOggi, «Partiamo con il circuito Eataly, ma siamo come bambini che devono ancora imparare a camminare. Se ci sarà un buon riscontro potremo pensare a duplicare il format “bakery” altrove, anche in Italia».
La linea prevede «15 item», di pasticceria artigianale destinata al network distributivo del gruppo in 60 paesi. «C’è richiesta di prodotti simili, il valore aggiunto è l’italianità», ribadisce l’imprenditore.
Ma non è la prima volta che Balocco sperimenta un canale alto di gamma: «C’è un enorme bisogno di una linea premium», aggiunge. «Il prodotto della gdo viene spesso promozionato, quindi fa fatica a trovare spazi nell’area regalo. Un brand alto di gamma ci aiuta e risponde alla voglia dei consumatori di belle carte, nastri, colore. Su questo input abbiamo messo a catalogo la linea Balocco Oro con logo dorato e una declinazione di prodotti incartati a mano distribuiti in selezionati supermercati».
Ora il marchio che debutta a Fico visibile sui prodotti sarà Bottega Balocco Italian Bakery. L’insegna, «Bottega Balocco Bakery Café» va ad aggiungersi a «Bottega Balocco Restaurant Café» il format di cucina gourmet con cui il gruppo ha aperto nel centro di Fossano quasi un anno fa. «Procediamo a piccoli passi e pensando a tutti i target», conclude l’a.d. della società. «Anche in comunicazione è tornato il Signor Balocco, nonno e nipote insieme alle prese con diversi episodi sui prodotti e la storia Balocco. I millennial, parlo da papà, sono avantissimo con i media e i social network, ma poi amano la famiglia e farsi consigliare quando si tratta di sedersi a tavola».
Francesca Sottilaro, ItaliaOggi