In Italia ci sono ancora troppi statali che pesano sulle finanze pubbliche. E il conto lo paghiamo tutti, ogni giorno
I dipendenti pubblici sono ancora troppi in Italia e pesano come un macigno sulle finanze dello Stato. In nove anni, da quando è scoppiata la crisi, sono diminuiti di meno di 200.000 unità e restano stabilmente sopra quota 3 milioni. Il nulla, se si pensa che il settore privato ha perso 2,5 milioni di lavoratori.
Questi i dati principali di una analisi del Centro studi di Unimpresa secondo cui nel 2015 il totale dei dipendenti dello Stato, degli enti, delle regioni e delle autonomie locali, delle autorità indipendenti si è ridotto di 178.000 unità in calo di oltre il 5% rispetto al 2008. In teoria – secondo la spending review elaborata a suo tempo da Flavio Cottarelli – il numero degli statali sarebbe dovuto scendere oggi sotto la soglia dei 3 milioni: ci sarebbe dovuta essere in media una assunzione ogni 3 pensionamenti e il ridimensionamento e la soppressione di diversi enti pubblici inutili. Ma, alla luce dei fatti, nessun ente inutile è stato eliminato e il personale statale non è diminuito come preventivato, col risultato che la spesa complessiva ha fatto lievitare ulteriormente il debito pubblico.
Mirco Galbusera, InvestireOggi