Unimpresa: mezzo miliardo al mese in meno al settore privato
Sofferenze e Credit Crunch. Sulla fragile ripresa italiana si riaffacciano queste due minacce, che sembravano essere archiviate all’inizio del 2017. Nei 12 mesi conclusi a maggio le rate non pagate da famiglie e imprese sono salite di 2 miliardi di euro arrivando a quota 202 miliardi, un incremento superiore all’1%. Il totale dei prestiti al settore privato è passato a 1.404,5 miliardi dai 1.410,8 miliardi del 2016 (-0,44%), in media quasi mezzo miliardo al mese in meno ad aziende e cittadini.
Il dato è di segno opposto per le imprese a conduzione familiare (-0,9%), così come per le sofferenze nette, ovvero quelle non coperte direttamente da garanzie (-9,94%). In crescita invece le sofferenze della pubblica amministrazione, delle amministrazioni, dei fondi e delle onlus (+3,88%)
I prestiti delle banche alle imprese sono diminuiti di quasi 17 miliardi di euro (-2%). Il calo è dovuto alla contrazione di quelli a breve (-5,50%) e a lungo termine (-3,63%), mentre quelli di media durata sono balzati al +7,9%. In aumento di 10 miliardi (+1,62%) invece, i prestiti alle famiglie, spinti dall’incremento del 9,48% (circa 8 miliardi) del credito al consumo e dal +2,47% (9 miliardi) dei mutui. Questi ultimi hanno esattamente compensato la riduzione avvenuta nei prestiti personali (-2,47%, 9 miliardi).
Secondo la rete delle PMI proprio la presenza di crediti marci nei portafogli delle banche influisce negativamente sui loro bilanci, bloccando “l’erogazione di nuovi finanziamenti all’economia reale”. Di recente i ministri dell’economia dell’UE hanno delineato un piano di azione sulle sofferenze, nel quale è prevista la creazione di un meccanismo comune per bad bank a livello nazionale. Un’iniziativa che è accolta con favore da Unimpresa, che sottolinea la necessità di “accelerare per aiutare gli istituti a smaltire le partite deteriorate”.
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