Sarà probabilmente uno degli aspetti più positivi di questa rivoluzione ormai alle porte.
IBM in prima linea
Ma perché la guida autonoma? Sostanzialmente ridurrà l’errore umano nell’uso dell’auto, riducendo il numero di incidenti, permettendoci viaggi più rilassati, veloci e sicuri. Ma uno degli aspetti più positivi è anche quello che permetterà a chiunque non possa spostarsi come e dove vuole, di muoversi in libertà senza più dipendere, come spesso accade, da altri. E’ in questo solco che si inserisce la #IBM, con l’intento di creare software e, perché no, veicoli progettati per gli spostamenti in guida autonoma dei diversamente abili. Alcuni mesi fa ha presentato in collaborazione con la Local Motors un taxi/bus autonomo di nome “Olli” che rappresenta la prima applicazione di questa idea nel campo automotive.
I primi accordi con i costruttori
Ma non finisce qui, perché la IBM va ancora avanti, dichiarando che sono in sviluppo sistemi ancora più evoluti. Quest’ultima notizia è già arrivata alle orecchi di qualche grande costruttore. Il Gruppo BMW ha Infatti messo a disposizione alcune vetture del tipo “BMW i8”, che verranno attrezzate per sperimentare i sistemi direttamente sul campo, come Olli. Al coro si aggiunge anche la GM che vuole portare questa tecnologia sul proprio sistema OnStar. Possiamo nutrire dubbi, o essere entusiasti della guida autonoma, ma le possibilità che presenta sono indiscutibilmente uniche e guardano da vicino aspetti realtà che noi spesso dimentichiamo.
Federico Signorelli, Blastingnews