La resilienza alla crisi delle aziende italiane, fatta di eccellenza e riconoscibilità del brand, trascina il segmento private equity nel nostro Paese
L’Italia è stata al centro di cinque tra le top ten transazioni che hanno coinvolto l’area del Sud Europa da gennaio a marzo 2017, registrando deal nei più vari settori industriali: dal manifatturiero e chimico fino a tecnologia e media, dai servizi finanziari al segmento consumer. L’acquisizione più ragguardevole si è registrata nel segmento fashion: quella di Golden Goose S.p.A. da parte del fondo di investimento americano The Carlyle Group. L’altra operazione che riguarda il nostro Paese occupa il terzo posto dei primi dieci deal in Europa Meridionale per il Q1 2017: si tratta dell’acquisizione di Banca del Mezzogiorno da parte di Invitalia S.p.A. per un controvalore di 417 milioni di dollari.
Altre transazioni chiave registrate nel periodo sono state l’acquisizione di IP Cleaning S.p.A. da parte di Tennant, e quella di Fintyre S.p.A. da parte di Bain Capital LLC. La software company made in Italy Targetik S.r.l. è stata inoltre assorbita dal gigante dell’editoria olandese Wolters Kluwer N.V. e ancora molto ci dobbiamo aspettare secondo BDO per il nostro Paese, grazie alla ristrutturazione del sistema bancario in corso e al consolidamento in atto nel settore delle utilities. Tra i segmenti stimati da BDO come in maggiore crescita per le operazioni di mergers & acquisitions, infatti, vi è quello dei servizi finanziari, di particolare rilievo quanto a valore delle transazioni finalizzate. Nel primo trimestre del 2017, il fenomeno ha registrato infatti un’ulteriore crescita del 15%.
Quello a cui stiamo assistendo è un vero e proprio decollo del settore del private equity italiano, passato dal costituire una fetta dell’11% nel 2015 all’attuale quota del 16%. Gli investitori private equity europei hanno cominciato a concentrarsi sul nostro Paese nel 2016, anno che ha registrato volumi quintuplicati rispetto all’anno precedente, con valore medio delle transazioni al picco record dal 2011. Nel 2016 sono stati registrati 509 deal in Italia, il numero più consistente dal 2001, facendo chiudere l’anno al settore M&A con il segno più per la settima volta consecutiva. Gli acquirenti più consistenti nel 2016 sono stati USA e Francia, un trend che si prevede in crescita anche nella prima metà del 2017.
“Il crescente interesse da parte degli investitori esteri ha ragioni molto concrete – commenta Stefano Variano, Partner BDO Italia. – Il segreto delle nostre imprese è la loro capacità di resilienza alla crisi economica scoppiata nel 2008 e tuttora perdurante: un evento che è stato un brutto colpo per molti, ma anche un elemento che ha aiutato le aziende italiane a sviluppare una strategia di resistenza. Come? Rendendosi sempre più riconoscibili come brand e fortificando uno specifico know-how. Le PMI italiane, vera ricchezza del nostro tessuto imprenditoriale, hanno così da un lato sviluppato prodotti e servizi di qualità eccellente, e d’altro lato sono riuscite a farsi apprezzare globalmente per questa loro eccellenza. È questa la chiave del successo che ha portato le piccole e medie imprese italiane a dirigersi verso la fine della crisi.”