Il premier in : possiamo avere un ruolo da protagonisti
L’Italia cerca un posto di rilievo nella nuova Via della Seta lanciata dalla Cina. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è venuto al «Forum Belt and Road for International Cooperation» per ripetere a Xi Jinping che l’Italia può e vuole avere un ruolo da protagonista nell’iniziativa per costruire una rete globale di infrastrutture lungo la quale scorreranno nuovi e vecchi commerci. «La Cina ci tiene moltissimo per la propria prospettiva strategica. Per noi è una grande occasione», dice il premier. E subito va nel concreto: «Collegare il Mare Cinese e il Mediterraneo, l’Asia all’Europa non può che vederci protagonisti con i nostri porti».
L’importanza dell’Italia
Gentiloni è l’unico leader del G7 presente a Pechino: Germania e Gran Bretagna hanno inviato i ministri dell’Economia; la Francia l’ex premier Raffarin; gli Usa una delegazione guidata dal consigliere per l’economia Pottinger, molto vicino a Trump. «La capacità portuale italiana è ben chiara ai cinesi; i container che possono viaggiare via terra sono una percentuale molto limitata rispetto a quelli che possono essere trasportati via mare», dice Gentiloni, convinto che «nessuno ha un sistema portuale come l’Italia, già collegato con l’Europa». I porti offerti come terminale per la Via della Seta marittima sono quelli di Genova sul Tirreno e di Trieste sull’Adriatico «collegati con i corridoi ferroviari all’Europa centrale e del Nord»; e poi c’è Venezia «luogo simbolo» per la memoria storica della Cina.
Gentiloni accenna alla necessità di «non dare l’impressione che ci siano molte tappe ulteriori da fare». Evidentemente il premier ha ben presente la concorrenza della Grecia con il porto del Pireo, acquistato dai cinesi.
«Risposta ferma»
Un’altra urgenza si è imposta ieri, inattesa. Il nuovo test missilistico nordcoreano. «Non bisogna considerare queste cose come bizzarrie o stranezze locali: è un problema serio per la stabilità e la sicurezza globale», ha detto il premier. L’Italia è presidente del Comitato sanzioni, siede quest’anno in Consiglio di sicurezza all’Onu e ha la presidenza del G7. Una serie di responsabilità. «La risposta deve essere ferma e ne parleremo sicuramente al G7 di Taormina». La missione di Gentiloni è stata ben preparata. Segue quella di febbraio del presidente Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio e dal sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, che continua a fare la spola con Pechino. Gentiloni resterà a Pechino fino a martedì, incontrerà da solo Xi Jinping e il premier Li Keqiang, sarà ospite di un pranzo con il presidente nella Grande Sala del Popolo.
Un altro segno dell’interesse cinese, dove la forma è anche sostanza: ieri sera tutti i leader presenti al vertice sono stati intrattenuti in un concerto nel Teatro nazionale e Gentiloni e signora sono stati fatti sedere tra Xi Jinping e la first lady Peng, nel posto d’onore.
di Guido Santevecchi, corrispondente da Pechino, il Corriere della Sera