Il blocco della divisa unica è cresciuto dello 0,5% nel primo trimestre. Da Janet Yellen non si aspettano sorprese sul rialzo dei tassi: resteranno invariati. Andamento stabile per euro e spread. Tokyo chiusa per festività, ieri sera nuovo record del Nasdaq a Wall Street. Ma oggi pesano i conti deludenti di Apple
I risultati deludenti di Apple da una parta, l’Eurozona che si conferma in ripresa dall’altra. Ruota intorno a questi due poli la giornata dei mercati finanziari, che aspettano di capire dalla Federal Reserve se ci saranno indicazioni sul percorso di rialzo dei tassi, alla luce dei recenti dati macroeconomici che sono stati un po’ opachi. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, la riunione della Banca centrale americana “si dovrebbe concludere con tassi fermi e una valutazione ancora positiva dello scenario economico, nonostante il rallentamento della crescita nel primo trimestre”. Quanto all’area con la moneta unica, i dati preliminari di Eurostat si sono rivelati in linea con le aspettative: il Pil del blocco dell’euro è salito dello 0,5% nel primo trimestre 2017, sui tre mesi precedenti, mentre la variazione annua è stata del +1,7%. Si registra un rallentamento nella Ue a 28 membri, dove la crescita è stata dello 0,4% congiunturale dal +0,6% nel periodo precedente. Secondo gli economisti di Hsbc, il dato preliminare è coerente con le indagini sulla fiducia nelle imprese, ma i recenti segnali positivi dagli indici Pmi di aprile aprono lo spazio per un’accelerazione del Pil nel secondo trimestre. Restano comunque indizi troppo rarefatti per pensare in un’accelerazione della Bce nel disimpegno dagli stimoli straordinari.
A valle di questi dati, le Borse europee restano deboli: Milano cede lo 0,3%, ma condivide il rosso con le altre Piazze. Londra cede lo 0,3%, Parigi lo 0,2% e Francoforte lo 0,1%.
L’euro tratta in calo ma resta sopra quota 1,09 dollari, mentre si avvicina il secondo turno delle elezioni francesi (domenica) con Emmanuel Macron in vantaggio su Marine Le Pen secondo i sondaggi: la valuta unica viene scambiata a 1,091 dollari e a 122,40 yen. Dollaro in rialzo sullo yen a 112,2. Lo spread tra Btp e Bund tratta poco sopra 195 punti e il rendimento del bond decennale è al 2,30%. Il differenziale tra Bonos e Bund si attesta a 133 punti con un tasso dell’1,66%; in aumento anche lo spread francese a 49 punti base. Oltre ai dati sul Pil dell’Eurozona, particolare attenzione va alla disoccupazione della Germania che resta ferma al 5,8% ad aprile. Nel pomeriggio, dagli Usa arriverà il dato Adp sul lavoro nel settore privato.
Tra le materie prime, il prezzo dell’oro arretra sui mercati asiatici in attesa delle decisioni della Federal Reserve Usa di questa sera che dovrebbe comunque, secondo un largo consenso degli analisti, lasciare i tassi invariati. Il metallo con consegna immediata cede così lo 0,3% a 1253 dollari l’oncia. Il petrolio è in rialzo sui mercati asiatici in vista del calo delle stime delle scorte di greggio in Usa: il Brent avanza di 45 cent a 50,91 dollari al barile mentre il Wti guadagna 38 cent a 48,04 dollari.
In mattinata, le Borse asiatiche hanno trattato contrastate, senza avere il riferimento dei mercati più importanti – Tokyo, Seul e Hong Kong – che sono fermi per festività. Si segnala che le Piazze cinesi hanno imboccato un sentiero di discesa, con gli indici Shanghai composite e Shenzhen composite a -0,4%, per il timore di una prossima stretta sui meccanismi della finanza domestica, per porre un freno ai rischi di bolle. Ieri sera, Wall Street ha chiuso in lieve rialzo con il Nasdaq che per il secondo giorno di fila ha messo a segno un record. Male il comparto dell’auto, per le immatricolazioni deludenti. Il Dow Jones ha aggiunto lo 0,17%, il listino tecnologico lo 0,06% (salvo poi perdere sulla pesantezza di Apple nel dopo-mercato).
Raffaele Ricciardi, La Repubblica