Nasce un colosso da 400 milioni di clienti e oltre 20 miliardi di valorizzazione. La sfida sul mercato indiano è complicata dallo sbarco in forze nel settore di Reliance Industries
Nasce un nuovo colosso nel mondo della telefonia: Vodafone India e la rivale Idea Cellular hanno annunciato oggi ufficialmente a New Delhi la loro fusione nel settore della telefonia cellulare. Il nuovo operatore leader nel mercato indiano potrà contare su un fatturato annuo equivalente a 25,6 miliardi di euro. Il valore combinato delle due attività, specifica il Financial Times, è nell’ordine dei 23 miliardi di dollari (poco più di 21 miliardi di euro al cambio attuale): si tratta di uno dei maggiori gruppi telco a livello mondiale.
Dai rispettivi comunicati ufficiali emerge che entro alcuni anni le due compagnie avranno la stessa quota azionaria nella nuova entità. Per il momento Vodafone possiede il 45,1 per cento della nuova società, dopo il trasferimento del 4,9 per cento ad Aditya Birla Group, società madre di Idea, per 579 milioni di dollari. Il gruppo Aditya Birla, terrà il 26 per cento, mentre il resto sarà offerto al pubblico, si legge in una dichiarazione alla borsa di Bombay. Presidente della compagnia sarà Kumar Mangalam Birla, mentre Vodafone nominerà entro breve un responsabile per le finanze.
Commentando la fusione, riferisce l’agenzia di stampa Ians, Vittorio Colao, numero uno del gruppo Vodafone, ha dichiarato che “l’abbinamento di Vodafone India e Idea creerà una nuova impresa leader nel ‘Digital India‘ fondata su un impegno a lungo termine ed una visione per portare reti 4G di qualità mondiale in villaggi, città e metropoli in tutta l’India”.
Il soggetto nascente dalla fusione, che dovrebbe esser completata nel 2018, avrà aspalle larghissime: 400 milioni di clienti e una fetta del 35% del mercato, per numero di abbonati. L’unione fa la forza, recita l’adagio, e in questo caso serve a cercare di contrastare lo sbarco in forze che Reliance Industries – uno dei maggiori gruppi industriali del Paese – ha fatto nel settore delle comunicazioni.
La Repubblica