Snapchat continua a soffrire in borsa, gli analisti sono pessimisti
Sembra già passata l’euforia su Snapchat che ha bruciato i guadagni dell’initial public offering quasi alla velocità con cui scompaiono i messaggini della chat. I titoli affondano dell’11,04%, con due sedute consecutive di calo, fino a quota 21,14 dollari, sotto i 24 dollari dello sbarco in Borsa. È vero che il mercato è più debole di quando Snap è sbarcata in Borsa il 2 marzo scorso, aprendo in volata e segnando all’avvio un aumento a due cifre rispetto al prezzo fissato dall’Ipo di 17 dollari. Tutta Wall Street soffre da due sedute sull le tensioni geopolitiche e l’avvicinarsi di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed, ma l’accoglienza riservata dagli analisti a Snap resta fredda. L’app dei messaggini che scompaiono non ha conquistato alcuno giudizio ‘buy’, ma diversi ‘sell’, con il prezzo target indicato a 16,80 dollari per azione. Brian Weiser, analista di Pivotal Research, ritiene che anche sopra i 16 dollari il prezzo sia elevato: il riferimento dovrebbe essere 10 dollari. Snap “è una società promettente alle fasi iniziali”, ma il prezzo è stato fissato troppo in alto per i considerevoli rischi che presenta, mette in evidenza Wieser, secondo il quale sulla società pesa l’eccessiva concorrenza ma anche il fatto che agli azionisti non sono concessi diritti di voto. Sean Stiefel, manager di Navyu Capital, ritiene il calo delle ultime due sedute attribuibile al “panico” scattato lunedì di fronte alle prime perdite e soprattutto alle prese di beneficio, con Snap che ha chiuso la sua prima seduta la scorsa settimana in aumento del 44%. Bisogna aspettare. Potrebbe finire come Twitter che sta facendo i conti con l’ipotesi di abbandonare Wall Street, o come Facebook, che dopo il crollo dai 38 dollari della quotazione nel 2012 (scese fino a 18) ora veleggia ampiamente sopra quota 100 da almeno un anno.
RaiNews