Lo afferma la rivista scientifica Journal of Medical Association : “L’efficacia e l’accuratezza di questi prodotti, che controllano il battito cardiaco e il livello di ossigeno nel sangue, non è provata da test scientifici”
Negli Stati Uniti, la sindrome da morte in culla uccide almeno 3500 neonati all’anno. Senza nessuna causa apparente, i bambini muoiono per mancanza d’ossigeno. Un’eventualità che rappresenta una delle principali cause di morte dei piccoli nati sani.
Per tenere sotto controllo la salute dei neonati, sul mercato americano sono presenti dispositivi capaci di rilevare il battito cardiaco o il livello di ossigeno nel sangue. Calzini intelligenti, clip che si applicano al pannolino e baby monitor indossabili. I dati sono visibili a distanza dallo schermo di uno smartphone. Ma secondo due medici e un ricercatore specializzato in dispositivi sanitari, questi strumenti non garantiscono la sicurezza dei neonati, soprattutto nel caso di patologie improvvise come la sindrome da morte in culla. In un editoriale pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Medical Association, gli specialisti Christopher P. Bonafide ed Elizabeth E, Foglia, insieme all’accademico David T, Jamison, chiedono una regolamentazione dei baby monitor da parte della Food And Drug Administration, l’ente governativo che si occupa del controllo dei prodotti farmaceutici e alimentari e anche dei dispositivi medici.
Per gli autori non esistono prove che l’utilizzo dei dispositivi medici possa prevenire la sindrome da morte in culla. E come si può leggere in un passaggio del testo, è proprio l’accademia americana dei pediatri ad affermarlo: «Non usate i monitor cardiorespiratori come una strategia per ridurre il rischio di sindrome da morte in culla, non esistono dati che ne dimostrino l’efficacia. Il loro utilizzo potrebbe essere consigliato solo nei casi in cui i bambini siano già a rischio di apnea, problemi cardiaci o carenza di ossigeno nel sangue».
In poche parole, continuano i ricercatori, l’efficacia e l’accuratezza dei prodotti in vendita non è provata da test scientifici. I baby monitor potrebbero fornire una visione falsata dello stato di salute del bambino. E come scrive Rachel Becker in un articolo su The Verge, questi dispositivi potrebbero comunque essere degli strumenti utili per tenere sotto controllo la salute del bambino, ma è necessaria una maggiore trasparenza sul loro effettivo funzionamento.
di Marco Tonelli, La Stampa