di Cesare Lanza
Scommettiamo che staremmo molto meglio, se ci ponessimo domande semplici e sintetiche (le risposte sono elementari) su quel che succede in Italia? Domande facili facili per ridurre a poche parole comprensibili miliardi di chiacchiere al vento. È un giochetto che ho proposto a mia moglie, qualche mattina fa, davanti a un buon caffè. Devo dire che mia moglie si disgusta all’istante di fronte ai tanti azzeccagarbugli. Prima domanda: «Preferiresti come capo del governo un giovane, fino a oggi onesto, massacrato perché ha sbagliato un congiuntivo, oppure quel tale che consigliava di investire in banche dove ti fregano i soldi?». Mia moglie, che pure sulla sintassi è inesorabile: «Che domanda! Come se anche tu non sbagliassi i congiuntivi! I risparmi invece sono importanti!». Seconda domanda: «Meglio, come capo del governo, uno che ha promesso case e soccorsi ai terremotati (ora tormentati dal freddo), oppure qualcuno che non spari cazzate e, silenziosamente, provi ad arginare i problemi conseguenti ai disastri?».
Risposta: «Non mi piacciono i chiacchieroni, neanche gli arrotini!». Terza domanda: «Meglio quella sindaca sempre nel mirino perché non risolve i problemi di Roma schioccando le dita, oppure quelli che l’hanno preceduta, consentendo il sacco di Roma come ai tempi degli invasori barbari?». Risposta: «La signora Raggi non mi è simpatica, ma diamole un po’ di tempo, poveraccia! Dov’erano, prima, i supercritici?». Siamo andati avanti un bel pò, provateci anche voi, se vi va: da Donald Trump alla Brexit, dal referendum e le promesse non mantenute agli sprechi di denaro pubblico, alle difficoltà per andare a votare…
Cesare Lanza, La Verità