Licenziamenti collettivi in vista. Sciopero dei giornalisti. A caccia di soci per ricapitalizzare
Licenziamenti collettivi in arrivo a stretto giro all’Unità. Per questo motivo la redazione diretta da Sergio Staino ha deciso di scioperare ieri e di non far uscire oggi il quotidiano in edicola. Al momento non è stato ufficializzato il numero dei dipendenti a rischio ma di recente l’editrice guidata dall’a.d.
Guido Stefanelli aveva ipotizzato la trasformazione di 12 redattori interni in collaboratori fissi senza obbligo di presenza in redazione (composta in tutto da 29 giornalisti, direzione compresa). Di certo c’è che il nuovo piano industriale prevede in particolar modo un contenimento dei costi del personale e la razionalizzazione delle spese, secondo quanto annunciato dai giornalisti dell’Unità. Nel 2017 la stima è di contenere le perdite a circa un milione, a fronte di un rosso atteso a fine 2016 di circa 3 milioni di euro. Ma non aiutano i conti della testata le vendite che, sempre secondo la redazione, sono calate fino a quota 7 mila copie (senza considerare gli abbonamenti) dalle iniziale 60 mila di quando il giornale è tornato in edicola nell’estate 2015. A fine luglio del 2014, infatti, l’Unità aveva chiuso i battenti. A sua volta, la diffusione delle copie non è favorita dalla riduzione delle aree dove viene distribuito il quotidiano condiretto dal deputato Pd Andrea Romano. E, infine, il prossimo autunno ci sarà da pagare ancora un’ultima tranche, pari a 3,5 milioni su 10 mln in tutto, per l’acquisto della testata gramsciana postfallimento.
Quindi per oggi è stata convocata l’assemblea dei soci con all’ordine del giorno una ricapitalizzazione di 5 milioni, di cui 4 mln a carico di Stefanelli e Massimo Pessina (soci all’80%) e il restante milione da sottoscrivere per il Partito democratico (al 20%). L’alternativa, almeno in via teorica, è una nuova liquidazione del quotidiano storico del Pd di Matteo Renzi. Ecco perché il presidente dell’editrice Chicco Testa è in cerca di nuovi investitori. Al momento, però, non sono stati fatti nomi di possibili cavalieri bianchi.
Dunque, per ridare all’Unità uno slancio mai trovato (vedere ItaliaOggi del 13/12/2016), il direttore Staino ha chiesto al Pd non tanto soldi quanto di mostrare «interesse» per il giornale, storica voce ufficiale del partito. Non solo, la redazione ha abbozzato nella conferenza stampa di ieri anche un possibile ricorso alle vie legali contro l’editore perché le scelte aziendali avrebbero portato al deprezzamento della testata, valutata in passato intorno ai 3 milioni di euro e unico asset di valore che rimane al quotidiano.
di Marco A. Capisani, ItaliaOggi