Accelerazione sulla banca unica. Conciliazioni, nuovo rinvio di quindici giorni
Ma in ogni caso una decisione non sarà presa entro Natale: «Loro finiranno il loro lavoro e poi con l’anno nuovo vedremo cosa viene fuori, se la proposta troverà l’interesse dei due cda e dell’azionista», cioè del fondo Atlante. Indicazioni che dilatano solo di qualche giorno le indiscrezioni circolate in questi giorni di un piano che Boston Consulting presenterà nel giro di una decina di giorni, con Atlante che vorrebbe presentare il piano di fusione già a metà mese in Bce. È chiaro che il progetto di fusione è il documento che tiene insieme i dettagli sui vari aspetti. Come gli ulteriori esuberi, mentre parte già lunedì la trattativa con i sindacati – con l’obiettivo di chiudere l’intesa questo mese – rispetto ai primi 700 dichiarati questa settimana, che sarà risolta con i prepensionamenti pagati dal fondo di settore, che dovrebbero scattare nel corso del 2017. Una soluzione che però è solo un prologo, rispetto ad una misura d’insieme su esuberi quantificati in 1.300 -1.500. «È una soluzione che rientra all’interno del fondo di solidarietà e quindi si cercherà di agevolare questa soluzione – ha confermato Mion -. Però il problema degli esuberi è noto e non limitato a questi. Auspichiamo forme di soluzione che evitino i licenziamenti, questo lo auspichiamo tutti». E poi c’è il fronte conciliazioni. Dopo l’assemblea di sabato scorso, al Teatro comunale di Vicenza, in cui Mion aveva promesso l’approvazione e la pubblicazione dell’offerta ai soci per le azioni azzerate entro pochi giorni, il cda è tornato ad occuparsene. Ma senza arrivare ancora una volta ad una conclusione.
L’approvazione dello schema di proposta d’accordo prenderà altri 15 giorni ed è rimandata ad una nuova riunione del cda alla vigilia dell’assemblea dei soci del 13 dicembre, che in Fiera a Vicenza dovrà approvare l’azione di responsabilità contro il cda dell’èra Zonin. L’attesa relazione ai soci che dovrà giustificare la causa civile è stata approvata ieri. Insieme alla nomina del cda di Banca Nuova, guidato dal vicepresidente di Bpvi, Salvatore Bragantini. Insieme, in assemblea, potrebbe arrivare una parola definitiva sulle conciliazioni. Si vedrà come la vicenda s’incrocerà con la parallela procedura messa in campo da Veneto Banca, che martedì scorso ha dedicato alle conciliazioni un consiglio straordinario, dopo che sul nodo nei ritardi della partenza si era dimesso da consiglio l’ex presidente Beniamino Anselmi. A Vicenza alcuni dettagli Mion li aveva già anticipati sabato: un’offerta di rimborso per tutti i soci, riferita agli ultimi dieci anni, rinforzata nello specifico di tre categorie di azionisti: retail, scavalcati nella vendita e socialmente disagiati. Mion aveva indicato in una percentuale di adesione dell’80% la soglia minima per dichiarare di successo la procedura ed avviarla, perché capace a quel punto di limitare, con gli accordi, in maniera significativa i rischi di cause legali contro la banca, rispetto ai circa settemila reclami giunti per una richiesta di 680 milioni di euro, oltre che a funzionare in chiave di recupero di clienti. «I soldi? Pochi», aveva detto però senza mezzi termini Mion, che si era rifiutato di fornire cifre sui rimborsi, attesi tuttavia intorno al 15%.
Corriere del Veneto