Il motivo del fallimento, nel 50% dei casi, è dato da una squadra errata
Largo ai giovani: nuove imprese, attività, startup. Bene. E se poi la squadra scoppia? Secondo il rapporto Censis-Confcooperative, pubblicato la settimana scorsa, sono 175mila i giovani titolari di impresa, gli “Eet”. Ma secondo un precedente dato, quello del Global Entrepreneurship Monitor, l’80% delle startup sarebbe destinato a fallire entro i tre anni. Perché? “Il motivo del fallimento, nel 50% dei casi, è dato da un team errato – spiega Fiorella Pallas, coach fondatrice della Shine Your Talent training, -. C’è l’idea, c’è l’entusiasmo e c’è l’amicizia: si tende a cercare un amico per aprire la propria attività, ma non si guardano le sue abilità. Così, dopo una prima fase di innamoramento e di entusiasmo, ai primi problemi nascono le incomprensioni, le tensioni. E il team scoppia”.
Come ovviare al problema? Scoprendo i propri talenti e quelli di chi è in squadra. “Avere un team con competenze comportamentali complementari, sapere quali sono i propri talenti e scoprire quelli del proprio gruppo di lavoro permette di capire meglio le dinamiche delle performance del gruppo e permette di avere una traccia per costruire team efficaci e performanti o di orientare le ricerche di persone da inserire in struttura”, spiega la scopritrice di talenti. “Ognuno di noi possiede cinque talenti: questi possono essere raggruppati in quattro grandi categorie, identificate dalla società americana Gallup, che corrispondono alle quattro fasi chiave per la gestione di un business”. E che permettono così di capire quali sono le risorse presenti nel team e come svilupparne l’eccellenza.
Il primo raggruppamento è quello del ’pensiero strategico’: “Le persone che possiedono talenti in questa area aiutano il team a prendere in considerazione quello che potrebbe accadere e lo spingono verso il futuro”. Il raggruppamento ’organizzativo’: “Le persone con i talenti in quest’area si attivano ogni volta che c’è da trovare e implementare una soluzione: sanno come far accadere le cose”.
Il terzo è quello “relazionale”: “Chi ha qui i suoi talenti ha l’abilità di creare relazioni forti che consentono di tenere unito il team e di renderlo più grande della somma delle sue parti”. L’ultima area, ’Influenzare’: “Le persone con questi talenti propongono continuamente idee all’interno e all’esterno dell’organizzazione. Sanno come prendersi carico, parlare e assicurarsi che il team venga ascoltato”. Chi ben comincia è già a metà dell’opera, si dice. “Una risorsa tarata e motivata sulle proprie naturali capacità, integrata correttamente in un gruppo di lavoro a sua volta ritarato e motivato – conclude Fiorella Pallas -, può creare un vero salto di qualità nella propria azienda o nella startup”.
Anna Martellato, La Stampa